Inflazione, a settembre +8,9%. Prodotti alimentari (+11,1%) ai massimi dal 1983: boom della verdura

Gli aumenti maggiori si registrano nei prezzi degli alimentari, ad agosto erano cresciuti del 10,1% agosto, a settembre dell'11,5%

Inflazione, a settembre aumento dei prezzi record dal 1983: volano alimentari e servizi
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Venerdì 30 Settembre 2022, 11:49 - Ultimo aggiornamento: 14:38

Non si arresta la corsa dei prezzi. Il carrello della spesa pesa sempre di più sul bilancio delle famiglie italiane. Lo certifica Istat che segnala che a settembre 2022 i prezzi hanno registrato un'aumento generalizzato del +11,1% (su base annua), il tasso più alto dal luglio 1983 (quando la variazione era stata del 12,2%). 

Prezzi in aumento sui beni alimentari 

Gli aumenti maggiori si registrano nei prezzi degli alimentari, ad agosto erano cresciuti del 10,1% agosto, a settembre dell'11,5%. Crescono i costi dei servizi ricreativi, culturali e per la cura della persona (da +4,6% a +5,7%). Accelerano anche i prezzi per la cura della casa e della persona (da +9,6% a +11,1%) e quelli dei prodotti ad alta frequenza d'acquisto (da +7,7% a +8,5%).

 

Rallenta la corsa dell'energia 

Rallenta, anche se di poco la corsa dei prodotti energetici (da +44,9% a +44,5%) sia regolamentati (+ 47,7%) che non regolamentati (+41,2%). 

Secondo le stime preliminari di settembre, l'indice armonizzato dei prezzi al consumo (IPCA) aumenta dell'1,7% su base mensile, anche per effetto della fine dei saldi estivi di cui il NIC non tiene conto, e del 9,5% su base annua (da +9,1% nel mese precedente). 

FEDERDISTRIBUZIONE - «Il dato del carrello della spesa, che da giugno cresce più dell'indice generale dell'inflazione, fotografa il drammatico percorso che le aziende della Distribuzione hanno affrontato negli scorsi mesi a fronte dell'aumento dei costi delle materie prime e dell'energia» così Carlo Alberto Buttarelli, Direttore Ufficio Studi e Relazioni con la Filiera di Federdistribuzione commenta i dati Istat.

L'impegno a gradualizzare l'aumento dei prezzi al consumo, attraverso l'assorbimento di ampi margini di aumento dei listini, ha raggiunto un livello critico, non più sostenibile dalle imprese. Occorre infatti considerare che oggi la Distribuzione Moderna registra un'inflazione media all'acquisto del +15%, con un differenziale di quasi 4 punti percentuali rispetto ai prezzi registrati al consumo«. »La situazione attuale - prosegue Buttarelli - è ulteriormente aggravata dall'impennata dei costi delle bollette di luce e gas. Le imprese si trovano a dover coprire costi dell'energia mediamente più che triplicati. Il Decreto Aiuti ter, che ha innalzato le soglie di credito d'imposta, è stato solo un piccolo passo avanti ma non è sufficiente a garantire la tenuta economica delle imprese nei prossimi mesi. Occorre un intervento urgente, già in fase di conversione del decreto legge, per introdurre nuove misure che vanno dall'innalzamento ulteriore del credito d'imposta, alla rateizzazione delle bollette, dalla possibilità di ammortamento dei costi energetici, alla copertura del periodo luglio-settembre e dei mesi successivi a dicembre 2022«. »Un'ulteriore spinta inflazionistica, trainata dai maggiori costi dell'energia, rischia di aggravare una situazione già oggi pesante per i consumi. Entriamo infatti nel quarto trimestre dell'anno che grazie all'approssimarsi delle festività vale fino al 40% del fatturato annuale. La riduzione dei consumi sarebbe dannosa per la tenuta economica delle imprese e delle filiere produttive italiane di eccellenza«. conclude Federdistribuzione

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