Famiglie, mano ai risparmi per fronteggiare i rincari: prelevati 50 miliardi in più dai depositi

Troppo leggera la crescita dei redditi per coprire il balzo record dei prezzi

Famiglie, mano ai risparmi per fronteggiare i rincari: prelevati 50 miliardi in più dai depositi
di Francesco Bisozzi
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Giovedì 5 Gennaio 2023, 22:02 - Ultimo aggiornamento: 6 Gennaio, 09:36

L’inflazione svuota i salvadanai. Se da un lato gli italiani guadagnano di più, dall’altra la vecchia abitudine tricolore di mettere i risparmi sotto al materasso sta venendo meno. Pesa la galoppata dei rincari che ha caratterizzato il 2022 e che ha costretto gli italiani a spendersi tutto il “malloppo” accantonato per riuscire ad andare avanti, seppur acquistando prodotti di marche meno conosciute e facendo la fila davanti alle casse dei discount anziché nel supermercato sotto casa.

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I RISPARMI

L’Istat ha rilevato che nel terzo trimestre dello scorso anno il reddito disponibile delle famiglie consumatrici è aumentato in termini nominali dell’1,9 per cento rispetto al trimestre precedente, mentre i consumi finali sono cresciuti del 4,1 per cento.

Non solo. Per il periodo preso in esame la propensione al risparmio delle famiglie consumatrici è stimata al 7,1 per cento, in diminuzione di 1,9 punti percentuali rispetto al trimestre precedente. Il potere d’acquisto delle famiglie, frenato dall’impennata dei prezzi (+1,6% la crescita del deflatore implicito dei consumi finali delle famiglie), è tuttavia cresciuto rispetto al trimestre precedente dello 0,3 per cento. Il commento dell’Istat: «Il potere d’acquisto delle famiglie si è mantenuto in lieve crescita nonostante l’aumento del livello dei prezzi. Il forte aumento della spesa per i consumi finali registrato nel trimestre ha rafforzato il sentiero di discesa della propensione al risparmio, che è scesa a livelli inferiori rispetto al periodo pre-pandemico». Insomma, aumentano reddito e potere d’acquisto delle famiglie ma si risparmia molto meno di un tempo. Aveva lanciato l’allarme nelle scorse settimane anche Unimpresa, secondo cui i salvadanai degli italiani si sono alleggeriti di 50 miliardi di euro nel giro di un niente. Come mai? «L’onda lunga della crisi economica causata dalla pandemia e l’aumento delle bollette energetiche si sono fatti sentire sui risparmi di aziende e cittadini», ha evidenziato la confederazione generale delle imprese. Secondo il Centro studi di Unimpresa i salvadanai degli italiani, dopo quasi tre anni di aumento costante, hanno invertito la tendenza alla crescita facendo segnare, appunto, una riduzione di oltre 50 miliardi di euro, corrispondente a una diminuzione del 2,4% in appena tre mesi. A luglio l’ammontare delle riserve delle famiglie e delle imprese depositate nelle banche del Paese raggiungeva quota 2.097 miliardi, mentre a ottobre è calato a 2.047 miliardi. Tradotto: in una fase in cui i costi sono diventati insostenibili e le bollette di elettricità e gas hanno strozzato i budget delle famiglie, chi ne aveva la possibilità non ci ha pensato più di cinque minuti prima di attingere alle proprie riserve liquide. Due conti li ha fatti l’Unione nazionale dei consumatori. Eccoli: «I dati dell’inflazione implicano che nel 2022 una coppia con due figli ha pagato 700 euro in più rispetto al 2021 per poter mangiare e bere. Una famiglia media ha subìto una stangata per i prodotti alimentari e le bevande analcoliche pari a 513 euro, cifra che sale a 632 per una coppia con un figlio soltanto e che arriva a 836 euro per le coppie con tre figli». E ancora. «Per quanto riguarda l’inflazione media nel suo complesso, l’incremento dell’8,1 per cento si traduce nel 2022 per una coppia con due figli in un aumento del costo della vita rispetto all’anno precedente pari a 2.766 euro su base annua, di cui 1.321 per abitazione, elettricità e combustibili, 425 per trasporti e 724 euro per il solo carrello della spesa. Per una coppia con un figlio, la spesa aggiuntiva nel 2022 tocca quota 2570 euro». 

I FINANZIAMENTI

Nonostante il lieve calo dell’inflazione appena registrato dall’Istat – l’inflazione resta comunque a doppia cifra e il carrello della spesa continua a viaggiare a livelli record quindi c’è ben poco da esultare – la luce in fondo al tunnel non si scorge. Secondo l’ultima mappa del credito di Crif, nel primo semestre del 2022 quasi la metà degli italiani aveva un finanziamento in corso, ovvero il 46 per cento della popolazione maggiorenne. A livello pro-capite nel primo semestre del 2022 la rata media rimborsata ogni mese è risultata pari a 305 euro. L’esposizione residua, intesa come somma degli importi pro-capite ancora da rimborsare per estinguere il debito contratto, si è attestata invece a quota 31.893 euro. 
 

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