«Gli ingegneri e architetti liberi professionisti – sottolinea Santoro – non possono non credere nel progetto industriale e nel progetto Italia, le cui regole vanno osservate e che va costruito nel tempo. Purtroppo il primo rischio degli investimenti nell’economia reale è quello politico. Nonostante ciò, la quota che Inarcassa destina alle attività domestiche supera il 40% dell’intero patrimonio con forme di partecipazione nelle maggiori società italiane quotate nel settore infrastrutturale del Paese. Senza dimenticare l’investimento nel capitale sociale della Banca d’Italia, il continuo apporto al settore immobiliare domestico e ovviamente il finanziamento del debito pubblico. Non solo - precisa - quasi il 45% del portafoglio di Inarcassa è Esg, pari a circa 4 miliardi e mezzo di euro».
«Nel quadro di una regolamentazione comune - conclude Santoro - l’autonomia decisionale non può ridursi ad una mera acquisizione di dati sul singolo titolo o strumento finanziario. L’indipendenza nella valutazione degli investimenti è, e resta, fulcro ineludibile per scegliere le migliori opportunità offerte dai mercati, prevenire i rischi e generare sostenibilità nell’ottica di un ritorno economico a lungo termine».
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