Imu sulla casa del coniuge, strada aperta per i rimborsi. Confedilizia: restituzione possibile per gli ultimi 5 anni

Confedilizia avverte anche che «le attività da svolgere saranno diverse in funzione della situazione concreta in cui si trova il contribuente»

Imu sulla casa del coniuge, strada aperta per i rimborsi. Confedilizia: restituzione possibile per gli ultimi 5 anni
di Luca Cifoni
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Sabato 15 Ottobre 2022, 00:32 - Ultimo aggiornamento: 21 Novembre, 10:29

Si apre la strada dei rimborsi Imu per le seconde case che la sentenza della Corte costituzionale ha equiparato alle prime. I giudici hanno stabilito che quando due componenti di un nucleo familiare (tipicamente marito e moglie) risiedono in abitazioni diverse di cui sono rispettivamente proprietari, si potrà godere per entrambe dell’esenzione riservata all’abitazione principale. E questa possibilità vale anche all’interno dello stesso Comune, sempre naturalmente che il criterio della residenza e della dimora abituale degli interessati sia verificato e non fittizio. Il pronunciamento della Consulta è di carattere piuttosto generale: sono abrogate le norme che fino ad oggi hanno limitato la fruizione dell’agevolazione ad un solo immobile.

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Né è prevista - come avvenuto in altri casi - una salvaguardia delle precedenti situazioni.

Ne consegue che il principio potrebbe essere applicato a ritroso, anche se modalità ed eventuali limiti sono ancora da verificare. Confedilizia, l’associazione dei proprietari , ha comunque avviato la predisposizione di appositi sportelli con l’obiettivo di «fornire consulenza e assistenza ai proprietari interessati, anche per la verifica della sussistenza dei requisiti (residenza anagrafica e dimora abituale) necessari per avere diritto all’esenzione». Diritto che si potrà far valere «relativamente alle somme pagate nell’ultimo quinquennio». Confedilizia avverte anche che «le attività da svolgere saranno diverse in funzione della situazione concreta in cui si trova il contribuente, considerato - ad esempio - che in alcune città i Comuni avevano avviato attività di accertamento».

IL RIFERIMENTO

La vicenda è infatti particolarmente complessa e intricata sul piano storico, come ricordato nella stessa sentenza di cui è stato relatore il giudice Luca Antonini. Tutto nasce dal riferimento al “nucleo familiare” contenuto nella legge istitutiva dell’Imu, che la Corte ha giudicato incostituzionale. In una prima fase, anche grazie ad un’interpretazione ministeriale, la possibilità di fruire di una doppia agevolazione per l’abitazione principale era stata riconosciuta solo per immobili situati in Comuni diversi, nell’ipotesi che la diversa residenza fosse giustificata ad esempio da motivi di lavoro. Successivamente, a seguito di un intervento della Corte di cassazione e di un ulteriore aggiustamento legislativo, era stata esclusa anche in quel caso. La Consulta ha valutato che questa impostazione fosse penalizzante per le famiglie rispetto ai singoli all’interno di relazioni di fatto; i quali in situazioni del tutto simili, per il solo fatto di non essere vincolati da matrimonio o da unione civile, potevano invece sfruttare il vantaggio fiscale.

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