​Imu in bilico per l'emergenza coronavirus: ecco come funziona l'imposta nel 2020

Imu in bilico per l'emergenza coronavirus: ecco come funziona l'imposta nel 2020
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Sabato 28 Marzo 2020, 09:31 - Ultimo aggiornamento: 13:23

Imu si cambia, ma con l'emergenza coronavirus ora l'imposta appare in bilico in diverse realtà locali. Con l'ultima legge di bilancio approvata lo scorso dicembre, è stata cancellata l'Imposta unica comunale (Iuc) che riuniva Imu, Tasi e Tari. La Tari resta come tributo a se stante mentre Imu e Tasi sono state accorpate in una unica nuova imposta chiamata sempre Imu.

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Resta invariata l'esenzione per la prima casa, su cui non si paga nulla a patto che l'abitazione sia nelle categorie catastali A/2, A/3, A/4, A/5, A/6 e A/7. L'aliquota base dell'Imu è stata fissata all'8,6 per mille. I sindaci avranno però più discrezionalità di prima e potranno azzerare l'imposta ma anche aumentarla fino a un massimo del 10,6 per mille.

La nuova Imu potrà essere pagata in una unica soluzione entro il 16 giugno o in due rate entro il 16 giugno e 16 dicembre. In questo caso la prima rata da pagare è la metà di quanto pagato per Imu e tasi nel 2019. Si può pagare con il modulo F24 o bollettino postale.

Il ministero dell'Economia e delle Finanze il 18 marzo scorso ha diffuso una nota con una serie di chiarimenti ai quesiti posti dall’applicazione dell’Imu. Le spiegazioni riguardano in particolare le modalità dell'acconto e la disciplina a cui è soggetta l'imposta in caso di immobili acquistati nel 2020 o ceduti nel 2019. La regola generale è che come acconto è dovuta la metà di quanto versato complessivamente come Imu e Tasi nel 2019. Ma sono previste una serie di situazioni specifiche.

LEGGI I CHIARIMENTI DEL MINISTERO DELL'ECONOMIA

Con l'emergenza coronavirus è partito intanto il pressing delle associazioni dei proprietari per sospendere il pagamento dell'Imu, come già avvenuto per altre imposte, in questa fase di difficoltà. Assoimmobiliare, l'associazione che aderisce a Confindustria e che rappresenta gli operatorie e gli investitori del settore, ha chiesto “la cancellazione di tutte le imposte patrimoniali dovute dal 1 febbraio 2020 fino al termine della crisi” e la sospensione per i restanti mesi del 2020. Anche Confedilizia, l'associazione dei proprietari di casa, chiede uno sgravio sull'Imu ma in particolare si appella al governo affinché elimini “la regola che impone ai proprietari degli immobili commerciali di pagare le imposte reddituali (Irpef o Ires) anche sui canoni di locazione non percepiti”. Situazione che in una fase di crisi come questa è destinata a essere più frequente.

Intanto, in attesa di capire se il governo interverrà, per i Comuni dovrebbe arrivare la possibilità di decidere la sospensione delle tasse locali in modo più semplice, attraverso delibera delle giunte senza dover ricorrere a sedute dei consigli comunali. Da giorni è in corso una interlocuzione con gli enti locali da parte del viceministro all'Economia, Laura Castelli che sta mettendo a punto anche un “paracadute”, attraverso Cdp, che i sindaci potranno attivare se sceglieranno di aiutare i propri concittadini esonerandoli, almeno per un
periodo, dal pagare alcuni tributi locali, come l'Imu. Alcuni Comuni anche grandi hanno già annunciato l'intenzione di applicare esenzioni o rinvii dei versamenti per specifiche categorie, in particolare le imprese.

 

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