Imprese e fallimenti in epoca Covid, lo studio Bankitalia

Imprese e fallimenti in epoca Covid, lo studio Bankitalia
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Mercoledì 27 Gennaio 2021, 14:45
(Teleborsa) - "Secondo le nostre stime, la forte contrazione del PIL registrata nel 2020 porterà a un aumento di circa 2.800 fallimenti entro il 2022. A questi potrebbero aggiungersi altri 3.700 fallimenti "mancanti" del 2020 che non si sono realizzati per gli effetti temporanei della moratoria e delle misure di sostegno". E' quanto si legge nella nota "Fallimenti d'impresa in epoca Covid", curata dai ricercatori Bankitalia Silvia Giacomelli, Sauro Mocetti e Giacomo Rodano.

Tali previsioni - si legge nella nota nella quale viene precisato che "le opinioni espresse sono personali e non riflettono necessariamente la posizione della Banca d'Italia - vanno interpretate con cautela: da un lato, potrebbero essere sottostimate, nella misura in cui la caduta eccezionale del PIL comporterà un aumento maggiore di fallimenti rispetto a quanto stimato da precedenti fasi recessive; dall'altro lato, potrebbero essere sovrastimate se le misure di sostegno adottate e l'intensità della ripresa economica saranno capaci di aiutare le imprese a fronteggiare la difficile fase congiunturale".

Secondo i dati del registro delle imprese raccolti da Infocamere, diversamente dalle attese all'inizio della pandemia - rileva lo studio - "il numero dei fallimenti dichiarati nel 2020 è stato significativamente inferiore a quello del 2019: circa 3.700 fallimenti (un terzo in meno rispetto all'anno precedente). Tale risultato è riconducibile, innanzitutto, all'introduzione della moratoria per le domande di fallimento – dal 9 marzo al 30 giugno 2020 – relativamente sia alla dichiarazione di fallimento sia all'accertamento giudiziale dello stato di insolvenza".

Non solo. "Le forti limitazioni alle attività dei tribunali durante il periodo di lockdown della scorsa primavera e quelle finalizzate a limitare i rischi di contagio nel periodo successivo di riapertura dei tribunali potrebbero aver rallentato l'attività di definizione dei procedimenti. Le evidenze relative agli andamenti mensili delle dichiarazioni di fallimento sembrano confermare queste ipotesi".

Il calo - si legge ancora - "è stato particolarmente forte nel periodo del lockdown; nel periodo successivo si è osservata una ripresa, ma il numero di fallimenti dichiarati è rimasto su livelli inferiori a quelli del 2019. Infine, le misure in favore delle imprese hanno contribuito ad attutire l'impatto della crisi e a ridurre il numero di imprese in difficoltà. Potrebbero averne beneficiato anche imprese che, in condizioni normali, sarebbero invece uscite dal mercato".




(Foto: kalhh da Pixabay)
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