Boom dell’export nel primo trimestre. E a fare da traino sono le regioni del Centro e in particolare il Lazio, che sfrutta la locomotiva della farmaceutica e non solo. È quanto emerge dagli ultimi dati Istat sulle esportazioni. Più nel dettaglio, nel primo trimestre del 2021 l’istituto di statistica ha stimato una crescita congiunturale delle esportazioni del 4,8% per quanto riguarda il Centro Italia. Seguono il Sud e le isole (+3,8%). Più debole la ripresa dell’export nel Nord-ovest, dove l’asticella si ferma al 2,5%. Male le regioni del Nord-est, con una flessione delle esportazioni dello 0,5%. Nei primi tre mesi del 2021, specifica sempre l’Istat, la crescita dell’export è stata più forte in Abruzzo (+12,5%), Lazio (+12,4%), Molise (+11,9%) e Toscana (+11,3%).
Al decollo “Centro Italia”: la prima macro-Regione
I dati
Così il presidente di Unindustria Angelo Camilli al Messaggero: «I dati di oggi dell’Istat sull’export del primo trimestre 2021 segnano un risultato importante, in particolare per l’industria del Lazio.
Tradizionalmente sono i mezzi di trasporto, i metalli, la farmaceutica, la chimica, l’abbigliamento e i beni di lusso a far correre l’export tricolore. Spiega l’Istat: «Nel primo trimestre 2021 l’aumento delle vendite di metalli di base e prodotti in metallo da Lombardia, Lazio e Veneto e di macchinari e apparecchi da Lombardia, Emilia-Romagna e Toscana ha contribuito per 2 punti percentuali alla crescita dell’export nazionale». All’inverso, la contrazione dell’export di mezzi di trasporto (autoveicoli esclusi) da Liguria e Friuli-Venezia Giulia e di articoli farmaceutici, chimico-medicinali e botanici dalla Lombardia, fornisce un contributo negativo di 1,6 punti alla variazione delle esportazioni.
L’analisi provinciale dell’export mostra poi performance positive per oltre due terzi delle province italiane: i maggiori contributi positivi si rilevano per Firenze, Roma, Torino, Brescia, Verona, Bologna e Bergamo. Negative le performance di Genova, Milano, Trieste e Siracusa. Su base annua, continua l’Istat, «l’export mostra una crescita molto sostenuta per il Centro (+9,9%), superiore alla media nazionale per il Sud (+5,1%), e più contenuta per il Nord-est (+4,5%) e il Nord-ovest (+2,2%)». Male le isole dove la contrazione delle vendite nel periodo preso in esame sfiora i 7 punti percentuali.
Sempre su base annua i contributi più marcati alla crescita dell’export nazionale derivano dall’aumento delle vendite del Lazio verso i Paesi Bassi (+158,5%), della Lombardia verso Germania (+9,2%) e Cina (+36,4%) e della Toscana verso Cina (+145,2%) e Usa (+28,6%). Pesano, al contrario, le minori vendite verso gli Stati Uniti di Lombardia (-30,1%), Liguria (-72,7%) e Friuli-Venezia Giulia (-62,9%). Non è dunque una ripartenza semplice e la strada da recuperare è ancora molta. Nel 2020 l’export ha subito una flessione di quasi il 10 per cento rispetto al 2019. Contrazione che si è rivelata essere la più severa dal 2009 e che ha interessato in misura più marcata regioni come Lombardia, Piemonte e Veneto, per fare giusto qualche esempio.