Guerra in Ucraina e inflazione mettono a rischio ricavi e cedole. E la Banca Centrale di Mosca raccomanda il rinvio dei pagamenti

I guadagni degli istituti di credito corrono il pericolo di finire sotto pressione

Guerra in Ucraina e inflazione mettono a rischio ricavi e cedole
di Francesco Bisozzi
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Domenica 6 Marzo 2022, 00:50 - Ultimo aggiornamento: 8 Marzo, 10:14

La guerra in Ucraina, l’aumento dei costi dell’energia e l’inflazione galoppante, rappresentano gli ingredienti di un cocktail letale in cui rischia di annegare la ripresa economica. Pesanti le ripercussioni sulle banche europee: dopo un 2021 denso di risultati positivi, adesso si trovano a dover fare i conti con una sempre più probabile riduzione dei ricavi. Risultato? Il rinvio del pagamento dei dividendi agli azionisti sta diventando più di un’ipotesi per molte realtà. Lanciano l’allarme gli analisti di Bloomberg Intelligence, secondo cui i guadagni degli istituti di credito corrono concretamente il pericolo di finire sotto pressione a causa della crisi tra Russia e Ucraina con un «aumento del rischio sul credito». Complici le sanzioni nei confronti di Mosca, gli esperti temono una flessione dei coefficienti di capitale.

L’IMPATTO

Le banche, spiegano sempre gli analisti di Bloomberg Intelligence, si troveranno a dover fare i conti con eventuali svalutazioni e mancati introiti delle controllate russe. Le sanzioni economiche impediranno a molte aziende di fare «affari con Mosca o con le controparti russe e questi effetti potrebbero essere significativi per i bilanci degli istituti di credito». La situazione economica globale, inoltre, potrebbe creare problemi al portafoglio prestiti delle banche. In questo contesto i regolatori «potrebbero sollecitare le banche a moderare i loro payout per gli azionisti con gli utili messi a riserve», aggiungono gli analisti. La Banca centrale russa ha già fatto capire l’aria che tira, raccomandando agli istituti di credito sotto la sua vigilanza «di considerare il rinvio del pagamento di dividendi e bonus ai manager». Le banche centrali europee, alle prese con riserve di capitale in discesa nel quarto trimestre, potrebbero decidere di imboccare la stessa strada.

Il clima di incertezza economica attuale potrebbe portare infine a una stretta dei prestiti.

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