Mentre non è ancora chiaro quando dovrebbe entrare un vigore la riduzione, Washington sta facendo pressione affinché Pechino faccia concessioni il più presto possibile.
La Cina aveva disposto l'aumento delle tariffe sulle auto americane lo scorso luglio come ritorsione ai dazi Usa e, se confermata, la decisione di ieri segnerà un ulteriore segnale di apertura e collaborazione con gli Stati Uniti.
Dopo i toni duri usati contro l'arresto in Canada di Meng Wanzhou, capo finanziario di Huawei e figlia del suo fondatore Ren Zhengfei, accusata dagli Usa di aver violato le sanzioni americane all'Iran, i due giganti dell'economia mondiale sembrano, dunque, voler perseguire la strada della tregua. Un contesto in cui potrebbe risultare determinante la decisione dei giudici di Vancouver che oggi saranno chiamati a esprimersi sulla domanda di scarcerazione su cauzione della manager di Huawei.
Wanzhou si è, infatti, detta pronta a a sottomettersi ad una stretta libertà vigilata, con tanto di braccialetto elettronico, ma i giudici sono sembrati scettici sulla possibilità di evitare il rischio di fuga.
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