Green pass a lavoro, ecco quanto spenderanno i no-vax per i tamponi: fino a 200 euro al mese

Green pass a lavoro, ecco quanto spenderanno i no-vax per i tamponi: fino a 200 euro al mese
di Marco Agrusti
4 Minuti di Lettura
Sabato 25 Settembre 2021, 10:03 - Ultimo aggiornamento: 10:20

Una busta paga più “leggera” di quasi 200 euro ogni mese. Ecco cosa rischiano i no-vax a partire dal 15 ottobre, quando per il mondo del lavoro (sia nel settore pubblico che nel privato) scatterà ufficialmente l’obbligo di Green pass. E per i “duri e puri” contrari alla vaccinazione che per quella volta non si saranno ancora immunizzati il contraccolpo sarà soprattutto economico. Una vera e propria stangata, paragonabile a un sensibile taglio dello stipendio che altrimenti non si verificherebbe mai in condizioni normali. Il motivo? Il costo dei tamponi ripetuti grazie ai quali si possono ottenere i Green pass temporanei. 

Green pass a lavoro, ecco quanto spenderanno i no-vax per i tamponi


Tempi duri in arrivo, per la quota di no-vax che resta ancora presente.

E non basteranno i prezzi calmierati per i test nelle farmacie ad alleviare di molto la “batosta”. Prima di tutto dev’essere ricordata la norma che entrerà in vigore a partire dal 15 di ottobre. Il lavoratore - pubblico o privato - che non avrà a disposizione un Green pass valido non sarà sospeso (in principio si pensava di poter arrivare anche a questa sanzione), ma sarà considerato assente ingiustificato. In poche parole, non rischierà il proprio posto di lavoro, ma non percepirà più un euro di stipendio sino a quando non si metterà in regola. Una misura più soft (ma nemmeno poi tanto) di quella in vigore per il mondo della scuola, ma comunque gravosa per il lavoratore. L’unica soluzione, per un no-vax irriducibile che non si sarà ancora convinto di procedere alla vaccinazione, sarà quella del tampone reiterato. E qui arriverà la stangata. I test rapidi antigenici, cioè i più economici, nelle farmacie ora sono in vendita a prezzi calmierati. Quindici euro. I tamponi molecolari, invece, possono arrivare anche a 80-100 euro. La differenza è la durata dell’esito: l’antigenico dura 48 ore, il molecolare 72. 

 


IL CALCOLO


Un lavoratore “normale”, cioè impegnato nei giorni feriali, dovrebbe sottoporsi a un tampone rapido ogni 48 ore. Il risultato è immediatamente desumibile. Basta un semplice calcolo. La volontà di non vaccinarsi e di continuare a lavorare. infatti, costringerà un lavoratore ad effettuare almeno tre test rapidi ogni settimana, per un totale di circa 180 euro al mese. Il costo dei tamponi molecolari è più alto, ma durano di più. A conti fatti la ricaduta economica sulle tasche del dipendente o del lavoratore autonomo è più o meno la stessa. Con la differenza - non da poco - che il tampone molecolare non sempre garantisce un esito istantaneo. Un bel problema per chi deve andare a lavorare e ha bisogno del Green pass sanitario per poter entrare in azienda. 
La spesa raddoppia - ovviamente - se i no-vax in famiglia sono ad esempio due. In quel caso la ricaduta per il nucleo si avvicina ai 400 euro. Una bella “botta” mensile che si potrebbe tranquillamente evitare procedendo alla prenotazione del vaccino, che va ricordato è in forma assolutamente gratuita e garantisce il Green pass non per due giorni, ma per un anno intero. 


LE BATTAGLIE


Nonostante ciò ci sono sindacati come la Cgil che ancora chiedono al governo la gratuità dei tamponi per i lavoratori no-vax. Un tema che però non sembra aver attecchito molto dalle parti di Palazzo Chigi. Diversa, poi, la situazione nelle varie aziende private. Ci sono realtà che hanno scelto di pagare i tamponi ai propri dipendenti, ma rappresentano una netta minoranza. 

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