Grano, il prezzo continua a calare, ma non il costo di pasta, pane e biscotti: tra guerra, caro-bollette, speculazioni e shrinkflation

Grano, il prezzo continua a calare, ma non il costo di pasta, pane e biscotti: tra rincari delle bollette, speculazioni e shrinkflation
di Paolo Ricci Bitti
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Lunedì 11 Aprile 2022, 11:49 - Ultimo aggiornamento: 14:15

Il prezzo del grano e dei cereali in genere continua a calare, ma non quello di pane, pasta e biscotti. Dopo l'impennata inizale e i timori legati all'invasione russia dell'Ucraina, il "granaio" d'Europa, sul mercato internazionale si è riassestato su prezzi più bassi sotto i 400 euro a tonnellata, riporta  il Cai, l'associazione che riunisce i consorzi agrari italiani che fa riferimento alla Borsa Merci di Bologna.

Una notizia positiva che si aggiunge a quelle in arrivo dai campi: le semine sono a buon punto e si registrano anche maggiori superfici che sono state recuperate per queste colture, tendenza riscontrabile non solo nella Pianura Padana o nelle Puglie che era iniziata già negli scorsi e che è stata irrobustita dallo scoppio della guerra.

Sul mercato internazionale privato dei prodotti ucraini, che sono bloccati in realtà nei dopositi perché la Russia tiene in scacco strade e porti, sono arrivati in forze anche il grano e i cereali della Bulgaria e dell'Ungheria, il che ha contribuito ulteriormente a ridurre i prezzi all'ingrosso. Solo dalla Russia, nel 2021, l'Italia ha importato 255mila tonnellate di  cereali per un valore di 80 milioni di dollari.

Perchè allora non calano anche i prezzi degli alimenti in cui i cereali sono al primo posto nell'elenco degli ingredienti? Cerali che sono determinanti anche per gli allevatori di bovini, suini e pollame. 

L'analisi del Cai

Il grano tenero - si legge sul sito del Cai - cala di 10 euro rispetto alla scorsa settimana (-2,5%) attestandosi tra 390 e 399 euro a tonnellata con punte di 424 euro per i cereali più ricchi di proteine. Stesso calo anche per il mais (-2,5%), fondamentale per l’alimentazione animale, che tocca quota 375 euro a tonnellata.

Stabile il grano duro, dopo i rialzi della scorsa settimana, mentre la soia perde 9 euro rispetto all’ultima rilevazione (-1,3% a quota 699 euro/ton) e l’orzo segna -1,7% a quota 370 euro/ton. Si sta arrivando a un punto di equilibrio per i prezzi dei prodotti agricoli e la situazione, salvo stravolgimenti imprevedibili causati dal contesto internazionale, non dovrebbe più registrare forti oscillazioni. Il mercato odierno dimostra, per chi avesse ancora dubbi - sottolinea Consorzi Agrari d’Italia - come l’aumento dei costi dei prodotti finali ai consumatori, quali pane, pasta, farine, biscotti, certamente non dipenda dai prezzi dei prodotti agricoli». 

A incidere sull'aumento del prezzo finale dei prodotti quali pasta, pane e biscotti contribuiscono tuttavia anche i rincari energetici che hanno colpito sia i produttori sia i trasportatori. Una circostanza che non sgombra del tutto, però, l'ipotesi della speculazione con un meccanismo già registrato in precedenti crisi internazionali non solo per i prodotti alimentari.

All'inizio, per colpa anche di fenomeni ingiustificati di accaparramento, si osserva una penuria di merce nei negozi. Poi, dopo un black out,  i prodotti, con la domanda che sale, tornano. Si tratta di merce che era già stata prodotta prima della crisi e che quindi non dovrebbe avere subito aumenti di costi alla base. Il prezzo al dettaglio è però intanto aumentato (anche per la strategia della shrinkflation, ovvero meno quantità di prodotto nella stessa confezione) e non scende più, almeno per un lungo periodo.

Paolo Ricci Bitti

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