Grafene per recuperare il petrolio disperso, via libera negli Usa all'italiana Directa Plus

Grafene per recuperare il petrolio disperso, via libera negli Usa all'italiana Directa Plus
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Lunedì 4 Aprile 2022, 18:57 - Ultimo aggiornamento: 19:00

La tecnologia Grafysorber di Directa Plus, società italiana quotata in Borsa a Londra attiva nella realizzazione di prodotti a base di grafene, è stata autorizzata dall’Epa, l'Agenzia per la protezione ambientale degli Stati Uniti, per l’uso in tutti i processi di recupero di idrocarburi. In un momento caratterizzato da prezzi dell'energia alle stelle, la possibilità di recuperare il petrolio perso nei processi industriali - sottolinea la società in una nota - può rappresentare un valore economico e ambientale rilevante.

Grafysorber viene realizzato con soli processi fisici ad altissima temperatura e senza l’uso di additivi chimici, ha una capacità assorbente selettiva rispetto agli idrocarburi presenti in acqua e ne consente il successivo recupero, non solo nel caso di sversamenti accidentali in mare, ma anche all’interno dei processi industriali.

Dopo anni di sperimentazione Grafysorber è arrivato alla fase di commercializzazione e ci sono i primi risultati su scala industriale in Romania. Nel corso del 2021 si sono recuperate 7.000 tonnellate di petrolio equivalenti a 124.600 barili, che al prezzo odierno e al cambio corrente valgono quasi 12 milioni di euro.

La decisione dell’Epa, apre il mercato degli Stati Uniti in cui il consumo annuo di petrolio è pari a 7,2 miliardi di barili. 

Anche in Italia, dove il consumo annuo di petrolio è 475 milioni di barili, la possibilità di recuperare il petrolio disperso nei processi produttivi rappresenta un’opportunità di risparmio dal punto di vista economico e di tutela per l’ambiente, considerato che questa tecnologia a differenza del grafene prodotto con altri metodi è sostenibile.

“Il recupero degli idrocarburi rappresenta un’opportunità sia dal punto economico sia ambientale – spiega Giulio Cesareo, fondatore e amministratore delegato di Directa Plus –  e la decisione dell’Epa, oltre ad aprirci un nuovo mercato, rappresenta un riconoscimento della qualità del nostro lavoro e dell’eccellenza italiana nello studio e nello sviluppo di soluzioni basate sulle nanotecnologie e in particolare sul grafene, materiale scoperto solo nel 2004 e sul quale noi ci siamo mossi da subito.”

Grafysorber non richiede necessariamente di essere realizzata e trasportata dalla sede del gruppo di Lomazzo, vicino a Como.

Directa Plus ha infatti sviluppato un unità di produzione mobile che può essere portato vicino al luogo previsto di utilizzo di Grafysorber, così da garantire tutta la quantità di materiale necessaria evitando di trasportare prodotto finito. 

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