La manovra rosso-gialla parte dal taglio del cuneo

La manovra rosso-gialla parte dal taglio del cuneo
di Luca Cifoni
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Giovedì 22 Agosto 2019, 07:47 - Ultimo aggiornamento: 26 Agosto, 13:34

Primissimi contatti informali tra i partiti che dovrebbero dare vita alla nuova maggioranza e - contemporaneamente - lavoro tecnico al ministero dell'Economia per predisporre soluzioni che possano essere applicate in qualsiasi scenario. Sono questi i due canali lungo i quali si inizia a definire il percorso verso la legge di Bilancio 2007, chiaramente con tutte le incognite di una situazione che resta ancora incertissima. Per la manovra si ragiona su un ordine di grandezza intorno ai 30-35 miliardi, con una possibile convergenza tra M5S e Pd, ancora tutta da verificare, sul taglio del cuneo fiscale in alternativa al nebuloso progetto di flat tax.

Non è un caso che ieri da Rimini il presidente di Confindustria Boccia abbia sollecitato «risposte» in un quadro di «possibile recessione»
Ieri molti stretti collaboratori del ministro Tria sono rientrati a Roma per impostare la preparazione dei vari dossier. Non si è mai fermata l'attività ordinaria, il monitoraggio di decreti attuativi e variazioni di bilancio: anzi in questa fase l'attività più urgente è proprio quella di distinguere le priorità tra ordinaria amministrazione e possibili emergenze: Tria chiede di preparare in modo ordinato un eventuale passaggio di consegne. Nel frattempo è partita anche una ricognizione delle possibili risorse finanziarie aggredibili.

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I grandi capitoli sono ancora le spese dei ministeri, la giungla delle agevolazioni fiscali, i fondi destinati a Quota 100 e reddito di cittadinanza. Su quest'ultima voce si potrebbero risparmiare 2,5-3 miliardi anche nel 2020. La prima cosa da fare è naturalmente disinnescare le clausole Iva, anche se al Mef e pure in ambienti politici è ben presente la consapevolezza di quanto l'impresa sia ardua. Nel caso si vada ad un governo transitorio che porti al voto in ottobre, allora la scelta sarebbe quella di un decreto che sposti in avanti di 3 mesi - dunque al primo aprile - la decorrenza degli aumenti. Un provvedimento che ha comunque un costo compreso tra i 4 e i 5 miliardi, da trovare oltre che sul fronte di pensioni e reddito di cittadinanza anche attingendo ad ulteriori incrementi di gettito legati alla fatturazione elettronica e alla tracciabilità dei pagamenti.
 


VALUTAZIONI POLITICHE
Se invece si dovesse formare un governo più o meno di legislatura, allora si tratterebbe di definire una manovra compiuta per il 2020, con tutte le valutazioni politiche del caso. Tralasciando eventuali correzioni del deficit tendenziale, ai 23 miliardi delle clausole Iva se ne sommano subito altri 3 legati alle tradizionali spese indifferibili (tra cui i rinnovi contrattuali). Un menu minimo di politica economica porterebbe il conto a 30-35 miliardi. Altri spazi si potrebbero aprire se da una parte cadesse il tabù dell'Iva (con la possibilità quindi di una serie di incrementi mirati) e dall'altra il nuovo esecutivo riuscisse a presentarsi a Bruxelles in modo credibile, per sfruttare una eventuale nuova fase di scelte più espansive legate ai timori per la recessione tedesca.

La riduzione del costo del lavoro è certamente un obiettivo che vede convergere non solo Pd e Movimento Cinque Stelle, ma anche altre forze politiche come Leu. I tecnici di area democratica pensano però ad un intervento a beneficio dei lavoratori dipendenti, una sorta di bonus 80 euro rivisto e potenziato (con l'estensione agli incapienti); per i pentastellati l'intervento servirebbe invece a compensare le imprese per l'introduzione del salario minimo, sulla cui interpretazione le distanze restano forti. Altri possibili punti di incontro sono la politica ambientale e di sostegno allo sviluppo sostenibile e il potenziamento delle misure di contrasto dell'evasione fiscale. Tutti temi che però non cancellano le grandi divergenze, ad esempio in materia di infrastrutture: per il M5S che di fatto ha dovuto subire la prosecuzione della Tav non sarà facile discutere di altre opere allo studio come la Gronda di Genova.
 

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