Giorgetti: «Il nuovo Patto Ue sarà meno rigido sul debito». Il governo punta a ottenere più flessibilità con il cambio di regole

Esecutivo garantisce rigore, ma chiede spazio per investimenti

Giorgetti: «Il nuovo Patto Ue sarà meno rigido sul debito». Governo garantisce rigore, ma chiede spazio per investimenti
di Michele Di Branco
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Venerdì 3 Marzo 2023, 07:26 - Ultimo aggiornamento: 4 Marzo, 09:03

Rigore sui conti pubblici. Ma con regole più morbide sulla gestione del debito. Il ministro dell'Economia, Giancarlo Giorgetti, garantisce che l'Italia non modificherà la sua politica di equilibrio sulla finanza pubblica. Ma, nel corso di una audizione nelle Commissioni Bilancio di Camera e Senato sulla proposta di riforma della governance economia dell'Unione europea presentata dalla Commissione Ue, ribadisce che il governo punta ad ottenere regole più flessibili.

GLI SPAZI
«La riduzione del debito pubblico deve essere realistica e graduale per permettere al Paese di avere spazi di bilancio per investimenti e per affrontare le emergenze», ha spiegato Giorgetti, specificando che «la riduzione realistica, graduale e duratura dello stock di debito pubblico è indispensabile per liberare l'Italia da una situazione cronica di assenza di spazi fiscali da utilizzare per il perseguimento di politiche che consentano di tenere il passo degli altri partner europei, affrontare le sfide della competitività in un e fronteggiare eventuali situazioni di emergenza». Secondo il ministro dell'Economia «la proposta della Commissione europea sulla riforma della governance economica è il punto di partenza e, da una prima valutazione, sembrerebbe che il nuovo impianto sia più favorevole rispetto al sentiero di aggiustamento che sarebbe necessario seguire se fossero riattivate le vecchie regole, in particolare quella sul debito. L'Italia - ha aggiunto Giorgetti - sta partecipando attivamente al dibattito, con analisi e proposte per migliorare la proposta».

Entrando più nel dettaglio, il titolare del dicastero di Via XX settembre ha detto che «il percorso di aggiustamento del debito potrà essere più graduale e prolungato nel tempo, se accompagnato da un impegno dello Stato membro a realizzare investimenti e riforme più ambiziosi e che contribuiscano a innalzare la crescita potenziale e migliorare la sostenibilità del debito pubblico». In questo caso, ha reso noto Giorgetti, il percorso di aggiustamento potrà essere esteso «fino a sette anni». Tra gli altri elementi positivi della proposta di Bruxelles, a giudizio del ministro, «il riferimento a un orizzonte pluriennale di medio termine, che eviterebbe l'approccio annuale dell'intonazione della politica di bilancio adottato finora e i negoziati con la Commissione sui decimi di punto di deficit.

Questo approccio di medio periodo e integrato tra scelte di bilancio, riforme e investimenti, accentuerebbe l'attenzione sulla crescita e sui suoi effetti sul rapporto tra il debito e il Pil». Giorgetti ha anche espresso parere favorevole al fatto che «nella definizione del percorso di aggiustamento, venga considerata la situazione specifica di ogni Paese». Positivo anche «un unico indicatore per la sorveglianza fiscale, ovvero la spesa primaria al netto della componente ciclica della spesa per i sussidi di disoccupazione e della variazione delle entrate derivanti da misure discrezionali». Secondo Giorgetti, «la sua efficienza dipende dal modo in cui è definito e adottato».

LO SCHEMA
Nella proposta Ue, ha argomentato il ministro, «condividiamo che venga considerata la situazione specifica di ogni Paese. In tal modo potranno superarsi le difficoltà di applicazione dello schema attuale, caratterizzato da regole valide per tutti gli Stati membri che vengono poi adattate a ciascun contesto ricorrendo a un certo grado di flessibilità alla quale ricordo il nostro Paese è più volte ricorso». L'esponente del governo Meloni ha comunque ricordato che è legittimo discutere su come costruire le nuove regole del patto di stabilità e crescita avvertendo però che «il conflitto in Ucraina è ancora in corso e le ripercussioni sono ancora fortissime, in particolare per quanto riguarda i riflessi dei prezzi dell'energia e l'inflazione». Nel corso del suo intervento parlamentare, Giorgetti ha affrontato anche il delicato problema del Superbonus chiarendo che «se ci sarà una direttiva Ue sulle case green a livello europeo, si stabiliranno regole per cercare di andare a incentivare il patrimonio abitativo più compatibile e quindi si faranno ragionamenti nell'ambito della direttiva anche prendendo atto degli errori fatti sui bonus edilizi».

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