Gas, prezzi choc. Il report: «Più di metà dei costi che paghiamo in bolletta dovuti alla speculazione»

I rincari finiscono anche nel carrello della spesa delle famiglie italiane. Tabarelli avverte: "Così l’inverno è a rischio"

Gas, prezzi choc. Il report Iea: «La metà del costo per la speculazione. Situazione fuori controllo»
di Roberta Amoruso
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Martedì 9 Agosto 2022, 00:07 - Ultimo aggiornamento: 19:53

Oltre 100 euro per megawattora. Almeno la metà dei prezzi del gas fotografati sul mercato del Ttf di Amsterdam è quanto paghiamo in bolletta per la speculazione, hedge fund e trader, che cavalcano l’onda dell’incertezza sull’inverno difficile in arrivo e sui ricatti di Putin sul gas. Il resto è quanto paghiamo per il timore misurato dal mercato che l’Europa debba mettere qualche cappotto in più e debba tenera spenta qualche luce a partire da ottobre, dicono gli operatori. Soltanto il 20% all’incirca, guardando i prezzi di ieri fotografati a 192 euro per megawattora, ha a che fare con il costo reale del gas. Un paradosso non più sostenibile. Non è finita. La speculazione non corre soltanto sul mercato finanziario. Perché quei prezzi-bolla dell’energia finiscono dritto nel carrello della spesa, nel conto del bar, del ristorante o del preventivo delle vacanze. E non sempre certi aumenti sono giustificati. Spesso e volentieri sfugge la penna sui prezzi arrotondati. E andare a caccia di tutti effetti indiretti del caro-bollette diventa un affare da 007. Chissà se ci riuscirà mister Prezzi o l’Unità di missione appena creata dal governo. 

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LA PARABOLA

La buona notizia è che ieri il prezzo del gas registrato ha segnato un lieve calo allontanandosi dalla soglia dei 200 euro per megawattora, non così lontano dai 285 euro toccati a inizio marzo.

Ma è pur sempre oltre sette volte i valori di un anno fa, già sotto pressione, e ben dieci volte i prezzi fotografati a luglio dell’anno scorso intorno a 20 euro per megawattora. Anche prendendo a riferimento il prezzo di importazione registrato dalle Dogane, circa 60 euro per megawattora, la differenza è enorme. E a sentire il presidente di Nomisma Energia, Davide Tabarelli, in ogni caso non dovremmo pagare più di 35 euro per megawattora per la componente materia prima della bolletta. Dunque, il mercato è anni luce lontano dai costi reali. E l’extraprezzo è quello che famiglie e imprese si ritrovano da oltre un anno in bolletta, nonostante gli aiuti del governo per calmierare i rincari.

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LE PREVISIONI CHOC

La cattiva notizia è che i prezzi dei prossimi mesi rischiano di sfondare ogni record se non arriverà uno stop alla speculazione, come il tetto europeo al prezzo del gas. Per capire fin dove potrebbe arrivare questo prezzo basta guardare l’ultimo report dell’Iea, International Energy Agency, sul mercato europeo dell’elettricità per capire che nuovi rischi sono all’orizzonte. Rischi che possono essere facilmente cavalcati dalla speculazione. 
Guardando i future che proiettano i prezzi tra fine 2022 e l’inizio del 2023, dice lIea, l’elettricità potrebbe arrivare a superare 800 euro per megawattora (il doppio di quelli attuali), con picchi fino a 1.400 euro. E questo perché Parigi potrà contare su una produzione fortemente ridotta di nucleare, con tutte le manutenzioni già programmate. E dunque dovrà ricorrere al gas, e cercarlo altrove, magari in Germania. Non solo. Tutta l’Europa dovrà fare a meno del nucleare francese, Italia compresa. Si tratta di future, sono per definizione soggetti alla volatilità, ma è impossibile non rimanere di stucco di fronte a certe previsioni. Anche perché volendo proiettare questi prezzi su quelli del gas, seguendo il logaritmo che li lega, dobbiamo immaginare prezzi del gas intorno ai 400 euro per megawattora, con picchi fino a 700. Impensabile. 

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DA DOVE ARRIVA IL PREZZO

Ma al di là delle previsioni dei future, sbagliate o no, una riflessione è d’obbligo su un mercato senza freni e sui necessari correttivi, a partire dal tetto al prezzo.
Prima del 2013 i prezzi del gas italiano erano determinati sulla base di contratti a lungo termine, quindi molto stabili. Poi è arrivata la svolta con la spinta verso il mercato. E così questi contratti a lungo termine si sono via via ridotti, a favore di quelli più legati ai prezzi spot. Del resto, il prezzo spot della borsa olandese Yyf, che è il mercato di riferimento europeo, era più conveniente, anche di molto, rispetto ai prezzi dei contratti a lungo termine.

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Fino a un anno fa nessun problema. Ma all’improvviso ci siamo che il mercato del gas è finito nelle mani della finanza speculativa. Il mercato spot è guidato da aspettative, dunque basta la notizia per fare impennata i “future”, una scommessa oggi sui prezzi che potrebbero salire domani. È il mercato, certo, ma c’è chi guadagna alle spalle delle famiglie.

 

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