Gasi in rubli? Dombrovskis: «Un’infrazione per gli Stati». Eni: nessun conto in valuta

La Commissione pronta a sanzionare i Paesi che tentano di aggirare l’embargo. La prossima settimana scatterà anche lo stop all’importazione del petrolio russo

Gasi in rubli? Dombrovskis: «Un infrazione per gli Stati». Eni: nessun conto in valuta
di Gabriele Rosana
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Venerdì 29 Aprile 2022, 21:59 - Ultimo aggiornamento: 30 Aprile, 12:36

L’esecutivo Ue brandisce l’arma della procedura di infrazione contro chi dovesse accettare il sistema del doppio conto presso Gazprombank per il pagamento delle forniture di gas e, così, uniformarsi al diktat del Cremlino che ha chiesto il saldo in rubli. «Come Commissione, monitoriamo l’implementazione delle sanzioni contro la Russia da parte degli Stati membri; se vediamo che qualcosa non va, c’è la possibilità di aprire una procedura di infrazione contro quel Paese» ha detto a Euronews Valdis Dombrovskis, il vicepresidente esecutivo della Commissione Ue responsabile del portafoglio economico. Bruxelles punta i piedi e, al termine di una settimana convulsa in cui la confusione sulla posizione dell’Europa sul decreto di Putin che impone la conversione dei pagamenti in rubli l’ha fatta da padrona, ha rilanciato ricordando le pesanti conseguenze per chi aggira le sanzioni già decise nei confronti di Mosca, tra cui il divieto di transazioni con la Banca centrale russa. 

Eppure, finora la Commissione si è limitata a far circolare un sintetico q&a, un documento con domande-risposte in cui si invitano le compagnie, che possono aprire il conto in euro, a mettere per iscritto che il pagamento va ritenuto compiuto già dopo il versamento del corrispettivo in euro, senza aprire la seconda posizione, quella denominata in rubli, visto che la conversione sarebbe interamente nelle mani delle autorità russe e finirebbe per configurare un prestito di fatto alla Banca centrale. Ecco che molte società sono in pressing su Bruxelles per avere indicazioni più stringenti prima che i prossimi saldi siano dovuti, il 15 maggio, quando Putin potrebbe decidere di chiudere altri rubinetti: se ne parlerà già lunedì alla riunione straordinaria dei ministri dell’Energia, che discuterà anche di misure per il coordinamento e la solidarietà fra gli Stati membri nel caso di interruzioni dei flussi, come accaduto a Polonia e Bulgaria (Sofia, ad esempio, che dipende dal metano russo per il 90%, sarà sostenuta dai Paesi vicini, anzitutto Romania e Grecia). 

Le precisioni

Ieri Eni ha intanto chiarito di non aver aperto un conto in rubli per il pagamento del gas: l’azienda «sta analizzando la situazione in stretto coordinamento con le autorità europee e il governo. Pagheremo il gas consegnato nel rigoroso rispetto delle condizioni contrattuali e delle sanzioni internazionali», ha precisato il chief financial officer del Cane a sei zampe Francesco Gattei durante la conference call con gli analisti sui conti semestrali. A Bruxelles si stanno nel frattempo mettendo a punto le condizioni e i requisiti per l’approvazione, la prossima settimana, del sesto pacchetto di restrizioni, che stavolta - pur se con varie cautele, gradualità e eccezioni, su cui il lavoro continuerà nel fine settimana - includeranno pure l’embargo sul petrolio, la principale fonte di introiti per Mosca, e colpiranno anche Sberbank, la principale banca del Paese. Sul tetto al prezzo del gas all’ingrosso, ieri è però arrivata la doccia fredda dell’Acer, l’Agenzia Ue per la cooperazione tra i regolatori dell’energia, «non convinta» che la misura risolva i problemi nel breve termine. 
Anzi, per la stabilità del mercato elettrico, sarebbe «meglio evitare misure straordinarie e interventi troppo radicali, capaci di produrre conseguenze negative per famiglie e imprese», perché alienerebbero gli investimenti in innovazione, ha avvertito il direttore dell’Acer Christian Zinglersen.

Il tema, dopo l’ok della Commissione questa settimana all’eccezione iberica e alla fissazione di un prezzo massimo per Spagna e Portogallo a 50 euro al megawattora in media, tornerà sul tavolo dei leader tra un mese in occasione del Consiglio europeo. Intanto Ue e Usa hanno riunito la task force sulla sicurezza energetica e Washington ha promesso più forniture di Gnl all’Europa.

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