Gas, via libera al price cap: il tetto fissato a 180 euro. Meloni: «Vittoria italiana»

Dopo otto mesi di negoziati c’è l’accordo. La premier: finalmente l’abbiamo spuntata. Appoggio (decisivo) della Germania. No di Budapest, astensione dei Frugali

Gas, via libera al price cap: il tetto fissato a 180 euro. Meloni: «Vittoria italiana»
di Gabriele Rosana
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Lunedì 19 Dicembre 2022, 23:57 - Ultimo aggiornamento: 20 Dicembre, 12:09

«Siamo riusciti a spuntarla». Al museo ebraico di Roma per la cerimonia dell’Hanukkah, la festa delle luci, il premier Giorgia Meloni saluta «una piccola, grande vittoria. Più grande che piccola»: quella sul tetto al prezzo del gas approvato ieri in Europa, «una battaglia che molti davano per spacciata, ma che abbiamo portato a casa». 

Il pressing

Ci sono voluti quasi otto mesi e un pressing incessante che, avviato da Mario Draghi, ha visto costantemente l’Italia in prima linea; e dopo un infinito tira-e-molla fra governi e Commissione, alla fine il regolamento sul “price cap” temporaneo e dinamico ha visto la luce all’ultima riunione dell’anno dei ministri dell’Energia dell’Ue. E ha sbloccato pure gli altri due dossier rimasti in pausa: i permessi più facili per le rinnovabili e la piattaforma per gli acquisiti congiunti di gas. Per il ministro per gli Affari l’Ue Raffaele Fitto, «il risultato premia il lavoro svolto da Meloni durante il summit di giovedì scorso e conferma il ruolo centrale dell’Italia». 
Sfumata l’unanimità per il no dell’Ungheria e l’astensione dei frugali più oltranzisti come Austria e Paesi Bassi, la misura è stata adottata a maggioranza qualificata.

Entrerà in vigore il prossimo 15 febbraio. L’intesa sulla soglia, l’ultimo aspetto da definire nel continuo rimpallo tra le istituzioni dell’Ue, è stata trovata su un livello di 180 euro al megawattora per almeno tre sedute consecutive sul Ttf, la Borsa di riferimento del gas di Amsterdam: a furia di sfrondare durante i negoziati degli ultimi giorni, il testo si distanzia molto dalla bozza proposta un mese fa dall’esecutivo Ue, che prevedeva invece un tetto (giudicato di fatto impraticabile e criticato da molte capitali) di 275 euro per due settimane consecutive. 

Per attivare quello che formalmente prende il nome di “Meccanismo di correzione del prezzo” (e che potrà rimanere operativo fino a venti giorni), occorrerà integrare un secondo parametro: il differenziale tra le quotazioni del Ttf e quelle dei principali indici di riferimento globali del gas naturale liquefatto (Gnl) dovrà essere superiore per almeno tre giorni lavorativi a 35 euro al megawattora. Il che spiega la natura dinamica di una misura ancorata al valore del Gnl, pensata per tutelare le forniture e per non perturbare i mercati, dando così ascolto ai timori avanzati dal Nord Europa. «Questo tetto, sostenuto da una vastissima maggioranza, ha lo scopo di fermare la speculazione sui mercati internazionali ed è un primo passo verso una soluzione che ci permetterà di calmierare le bollette. L’Italia è stato il Paese che più ha sostenuto la necessità di un accordo per fermare l’esplosione della speculazione, che ad agosto aveva portato i prezzi del gas al Ttf a schizzare oltre i 300 euro», ha detto il ministro dell’Ambiente e della sicurezza energetica Gilberto Pichetto Fratin all’uscita dal Consiglio. «Il prossimo passaggio - ha anticipato - sarà affrontare la questione del ruolo del gas nella formazione del prezzo della corrente elettrica, e quindi il tema del disaccoppiamento, per cui la Commissione si è impegnata a presentare le proprie proposte» sulla riforma del mercato dell’energia «entro marzo 2023». «Meglio tardi che mai, meglio qualcosa che niente», ha fatto eco dai banchi dell’Europarlamento la vicepresidente della commissione Industria Patrizia Toia (Pd), secondo cui «la proposta non eccede in ambizione, ma costituisce un importante deterrente ai giochi speculativi». 

Le deroghe

Come da copione nei tornanti decisivi delle vicende politiche Ue, è stata la Germania a rompere l’impasse. Il sì di Berlino, ottenuto in cambio di un’accelerazione sulle rinnovabili entro il 2030, ha evitato di andare alla conta (una maggioranza qualificata poteva esser raggiunta anche senza i tedeschi), ma ha portato in dote tutta una serie di deroghe e clausole di salvaguardia che, avvertono gli esperti, limitano il perimetro di operatività del “cap”. A cominciare dal parere tecnico che le agenzie Ue Acer e Esma dovranno dare prima dell’effettiva implementazione del meccanismo e dalla possibilità, in capo alla Commissione, di disattivare in automatico il tetto. L’esultanza è comunque generalizzata nel fronte pro-tetto: «Finalmente!», ha twittato la vicepremier spagnola Teresa Ribera, mentre per la titolare dell’Energia del Belgio Tinne Van der Straeten, è stato raggiunto il duplice obiettivo di «tenere i prezzi sotto controllo e garantire la sicurezza dell’approvvigionamento». E se per il presidente del Consiglio europeo Charles Michel la quadra è indice di «un’Europa che sta agendo» e per quella della Commissione Ursula von der Leyen «ci consente di prepararci meglio al prossimo inverno», il ministro della Repubblica Ceca Jozef Síkela, che regge la presidenza semestrale, ha celebrato in conferenza stampa la fumata bianca indossando una felpa con su scritto il motto che ha ribadito lungo questi mesi: «Convocheremo tutti i Consigli necessari» per arrivare all’adozione del pacchetto contro il caro-energia. 

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