Prezzo del gas in Europa. Nuova fiammata in avvio di seduta dopo i record di ieri. I future Ttf, benchmark del prezzo del metano nel Vecchio Continente, hanno avviato le contrattazioni a 291 euro, in forte rialzo (+5,15%) rispetto ai 276,75 euro della chiusura di ieri. Poi il ripiegamento a 278,78 euro, comunque in rialzo dello 0,7%. Infine l'inversione di rotta: i future Ttf di Amsterdam cedono il 4,25% a 265 euro al megawattora che dimostra il clima di incertezza e volatilità che domina il mercato. Il mercato europeo del metano resta in tensione dopo la decisione di Gazprom di chiudere per tre giorni il Nord Stream.
Vola il prezzo del gas. Bonomi, essere pronti a piano razionamento
Gas, vola il prezzo
Il prezzo del gas naturale vola anche negli Stati Uniti dove i future sul metano con consegna a settembre hanno toccato per la prima volta dal 2008 quota 10 dollari per milione di unità termiche britanniche (Mbtu), segnando un rialzo del 3,4% a 10,009 dollari. A spingere i prezzi contribuisce la caccia al gas liquefatto da parte dell'Europa, che deve fronteggiare la chiusura dei rubinetti da parte della Russia, principale fornitore del Vecchio Continente.
Le richieste di Confindustria
Il presidente della Confindustria, Carlo Bonomi, ha chiesto di mettere subito a punto e attuare un piano di razionamento per ridurre i consumi.
Le Borse
I timori per l’impatto della corsa del gas e della crisi energetica sulla crescita economica intanto spaventano i listini. Ieri le piazze azionarie hanno chiuso in calo, con Milano che ha perso l’1,6%. L’ipotesi di una probabile recessione in Europa ha inciso anche sull’euro, sceso sotto la parità con il dollaro e scambiato a 0,9938 sul biglietto verde, ai minimi da vent’anni. Secondo uno studio degli economisti del Meccanismo europeo di stabilità (Mes), uno stop delle forniture di gas russo ad agosto porterebbe ad esaurire le riserve nei paesi di Eurolandia già a fine anno (in Italia attualmente gli stoccaggi sono al 79% della capacità) innescando razionamenti e recessione. Senza interventi per tagliare i consumi, il Pil dell’eurozona perderebbe l’1,7% con un impatto del 2,5% per le due nazioni più esposte, Italia e Germania.
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