Gas, Italia contro il mini-piano von der Leyen. «Il tetto sia completo»

No al price cap solo per il metano utilizzato per generare elettricità

Gas, Italia contro il mini-piano von der Leyen. «Il tetto sia completo»
di Roberta Amoruso e Gabriele Rosana
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Venerdì 7 Ottobre 2022, 00:57 - Ultimo aggiornamento: 10:16

Il “price cap” (in tutte le sue varianti) fa tappa al Castello di Praga. E a infiammare la discussione fra i leader dei Ventisette, che oggi si riuniscono per un summit informale nella capitale ceca, ci sarà anche il no scandito da Italia, Grecia, Polonia e Belgio al “price cap” selettivo al solo gas usato per produrre energia elettrica proposto da Ursula von der Leyen, che ieri pomeriggio a Praga ha avuto un bilaterale con il presidente del Consiglio Mario Draghi. In alternativa, i quattro pensano a un «tetto dinamico» per tenere a bada le quotazioni del metano. 

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I MARGINI
La soluzione limitata al gas utilizzato per la produzione di energia elettrica su cui è al lavoro Bruxelles significherebbe infatti estendere all’intera Ue l’esperimento del prezzo amministrato al dettaglio per consumatori e imprese già in vigore in Spagna e Portogallo - la cosiddetta “eccezione iberica” - innocuo solo all’apparenza per gli Stati con ridotti margini di manovra fiscale: la differenza tra il prezzo amministrato e quello di mercato andrebbe infatti finanziata a carico dei bilanci nazionali.

Ragion per cui, scrivono le quattro capitali, la misura - che «ignora i due terzi del mercato del gas» - disincentiva la riduzione dei prezzi, visto che continuerebbe a sostenere gli introiti record degli esportatori, e rischia anzi di creare «una passività senza un chiaro limite verso l’esterno», dato che virtualmente i costi del gas potrebbero continuare a salire all’ingrosso, richiedendo più risorse pubbliche per continuare a mantenere il tetto. Insomma, se un tetto va imposto - è il ragionamento - non può che essere all’ingrosso.

In alternativa, infatti, i quattro governi, che nelle ultime settimane sono stati in prima linea per chiedere l’istituzione di un “price cap” su tutte le importazioni, tornano a sostenere la necessità di un tetto al prezzo con un «corridoio di prezzo dinamico», però, senza una soglia rigida. Una sorta di banda di oscillazione tra un minimo e un massimo all’interno della quale individuare di volta in volta il prezzo da pagare. Il “corridoio del prezzo” - così lo chiama appunto il documento dei quattro - al gas scambiato in Europa darebbe la possibilità di «stabilire un valore centrale che rappresenterebbe il limite massimo che può essere posto a un hub di riferimento (come il Ttf olandese, finito nella morsa della speculazione) o può essere posto su più hub». Tale valore andrebbe poi «rivisto regolarmente, tenendo conto di parametri di riferimento esterni (ad esempio, i prezzi del petrolio) e consentendo fluttuazioni (ad esempio del 5%) intorno ad esso», si legge nel documento predisposto da Italia, Grecia, Polonia e Belgio - questa settimana in contatto costante sui dettagli dell’iniziativa - e condiviso con la Commissione alla vigilia del confronto di oggi fra i leader dei Ventisette. 


LO SCUDO
Gli occhi oggi saranno puntati in particolare sulla Germania, che dopo lo stop al “price cap” ha annunciato l’introduzione di un maxi-scudo nazionale fino a 200 miliardi per attutire il caro-bollette per famiglie e imprese: ieri a Praga, nella giornata dedicata al primo summit della Comunità politica europea (una nuova piattaforma informale di coordinamento aperta a 44 Paesi, compresi Ucraina, Regno Unito, Balcani e Caucaso), il cancelliere tedesco Olaf Scholz si è mostrato vago nella difesa del piano tedesco, «lo hanno fatto anche altri governi», ha detto. Mentre Draghi ha riassunto così il suo pensiero: «Dobbiamo lavorare insieme per affrontare la crisi. Possiamo farlo in ordine sparso, ma perderemmo l’unità europea». 


Chi ha invece sparato a zero su Berlino è stato il premier polacco Mateusz Morawiecki: «La politica energetica dell’Ue non può essere dettata dalla Germania. Non può essere che gli interessi di un Paese determinino l’andamento dei prezzi per tutti gli Stati membri». Von der Leyen, invece, conferma per ora la linea del dialogo bilaterale con i Paesi esportatori: ieri ha visto il premier della Norvegia Jonas Gahr Støre e rinnovato l’impegno «a stabilizzare i mercati dell’energia e limitare l’impatto della manipolazione e della volatilità dei prezzi». A scagliarsi contro il tetto del gas anche l’ad della compagnia nazionale algerina Sonatrach, Toufik Hekkar: «È una misura che non ha nulla a che fare con i meccanismi del libero mercato e non serve né gli interessi dei produttori né dei consumatori».
 

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