Gas, stop a caloriferi e stufe: ecco il piano per l'austerity. La road map del governo

Scatterà in caso di interruzione dei flussi dalla Russia. Con temperature “controllate” e orari fissi si risparmia fino al 20% del gas di Putin

Gas, ecco il piano per l'austerity: stop a caloriferi e stufe. La road map del governo
di Roberta Amoruso
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Lunedì 11 Luglio 2022, 00:05 - Ultimo aggiornamento: 19:37

In Italia la situazione è sotto controllo, fanno sapere dal governo. «Non siamo la Germania», dicono, costretta da subito ai razionamenti per la manutenzione del Nord Stream. Ma il blocco totale del gas russo è ormai più probabile che possibile. E allora il governo ha pronto il piano per l’austerity, rigorosamente dosato in più tappe a seconda dell’emergenza, necessario per fare fronte ai picchi invernali. Alla campagna di sensibilizzazione ai risparmi energetici presso le famiglie, il governo affiancherà dunque all’occorrenza anche “interventi amministrativi” su riscaldamento, teleriscaldamento e illuminazione. Nel piano case, si ipotizza di abbassare di due gradi la temperatura dei climatizzatori e del teleriscaldamento (fino a 19 gradi per i termosifoni e a 27 gradi nel caso dei condizionatori estivi). Ma è prevista anche la riduzione dell’orario di accensione, visto che il grosso dei consumi residenziali deriva proprio dal capitolo riscaldamento. E si ipotizza il “coprifuoco” la sera per l’illuminazione.

Poi c’è il piano città, alle quali è richiesto di ridurre l’illuminazione pubblica fino al 40%. Il che vuol dire accendere un lampione su due di notte. Ma in casi estremi anche gli uffici pubblici potrebbero chiudere in anticipo, alle 17,30. A loro volta, i negozi potrebbero dover anticipare la chiusura alle 19. Infine, anche i locali potrebbero andare incontro al coprifuoco alle 23. Poi toccherebbe alle imprese ridurre i consumi produttivi in maniera selettiva: colpiti in prima battuta i cosiddetti “interrompibili” del gas, che partecipano volontariamente alle aste invernali a fronte di una remunerazione, e gli “interrompibili” dell’elettricità. In questo caso l’obiettivo è ridurre al massimo gli interventi in modo da arginare gli effetti recessivi sull’economia.
Si tratta di misure estreme sia chiaro, previste nel caso in cui il Paese sia costretto a dover abbassare drasticamente i 72 miliardi di metri cubi consumati ogni anno.

Perché in caso di stop totale del gas russo, non basterebbe in inverno nemmeno il riempimento totale degli stoccaggi e non basterebbe il gas liquefatto in arrivo in più dagli Usa e il massimo utilizzo dei gasdotti Tap (che fa arrivare il gas dall’Azerbaijan) e Transmed (che trasporta il metano dall’Algeria). Anche tenendo conto che i nuovi rigassificatori saranno operativi dal 2023. 

L’ANALISI

Già ora, però, il governo intende chiamare alle armi le famiglie per sollecitare da subito il risparmio energetico. Il 27% dei nostri consumi di gas è proprio su base familiare, riguarda il riscaldamento e l’illuminazione di casa, visto che metà dell’elettricità dipende dal metano. Ed è da qui che il governo intende partire per avviare una forte campagna di sensibilizzazione che non impatti troppo sulle abitudini quotidiane. Secondo alcuni calcoli, però, soltanto attraverso un piano di razionamenti residenziali si può risparmiare almeno il 20% del gas che arriva ogni anno dalla Russia. E non è poco, visto che parliamo di circa 6 miliardi di metri cubi di gas, e che ci si può spingere molto oltre con i tagli agli uffici pubblici e le disconnessioni volontarie delle imprese. Per ora il governo sta valutando nei dettagli fino a che punto si può compensare con comportamenti virtuosi delle famiglie e interventi amministrativi, quindi paletti e orari, uno stop totale del gas russo, ma è pronto anche a metterlo in atto. Del resto la Germania, che si trova in una situazione più critica della nostra, è già pronta a far scattare i suoi razionamenti. Un passo obbligato visto che da oggi al 21 luglio sarà chiuso il gasdotto Nord Stream che porta il gas da Mosca a Berlino. 

GLI ALTRI PAESI

Ma già da tempo la Germania, insieme all’Olanda e alla Francia, spingono su misure e appelli sul risparmio energetico mentre ad aprile è scattata la campagna dell’Unione europea con l’Aie anche per ridurre la domanda petrolifera. Ora tocca all’Italia spingere su una campagna risparmi che prepari la fase 2 dell’austerity. Non solo perché l’incertezza delle forniture renderà difficile il prossimo inverno. Ma anche perché ridurre la domanda può essere un’altra via per ridimensionare la speculazione di nuovo in campo, a giudicare dai prezzi di nuovo impazziti del gas che vanificano anche gli aiuti del governo. 
«Preferiamo la pace o i condizionatori accesi?» aveva detto il premier Mario Draghi il 6 aprile scorso. Il governo ha «un piano di risparmio, non draconiano, ma dobbiamo farlo comunque perché vogliamo ridurre il gas», ha detto invece a giugno il ministro della Transizione ecologica, Roberto Cingolani. Lo stesso ministro che oggi si troverà a commentare, non a caso, la presentazione del nuovo studio Enea. nel suo ruolo di Agenzia per l’efficientamento energetico controllata dal Mite, sui risparmi potenziali di gas nel settore residenziale.

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