Gas algerino, tetto al prezzo: l’ipotesi di un meccanismo automatico in caso di embargo o blocco di un fornitore

Sul tavolo dei ministri degli esteri della Ue non solo le sanzioni: si parlerà di price-cap. L’ipotesi di un meccanismo automatico in caso di embargo o blocco di un fornitore

Gas algerino, tetto al prezzo: l’ipotesi di un meccanismo automatico in caso di embargo o blocco di un fornitore
di Andrea Bassi
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Lunedì 16 Maggio 2022, 00:10 - Ultimo aggiornamento: 17:52

Nessun passo indietro. Roma non molla e continua a spingere sul tetto al prezzo del gas. Che si applicherebbe anche alle nuove forniture via tubo sottoscritte dall’Italia, a partire dai nove miliardi in più di metri cubi di metano che arriveranno dall’Algeria attraverso il gasdotto Transmed. Il ministro degli esteri Luigi Di Maio lo aveva già spiegato due giorni fa, parlando dei nuovi contratti sottoscritti dall’Eni a «Verso Sud», la convention per il Mezzogiorno voluta da Mara Carfagna. Lo scopo degli accordi, aveva detto, è «diversificare le forniture» e non sostituire la dipendenza da un Paese con un altro. Le intese firmate, ha aggiunto inoltre Di Maio, sono «sulle quantità di gas non sul prezzo. «Il prezzo», ha detto il ministro, «viene definito sul Ttf». Dunque, come per i contratti russi, anche quelli algerini avranno un prezzo legato alla Borsa di Amsterdam, quella stessa Borsa sulla quale il valore del gas dopo lo scoppio della guerra in Ucraina è impazzito. Stesso concetto ribadito ieri dal ministro durante la trasmissione Mezz’ora in più condotta da Lucia Annunziata. «Per questo», ha spiegato Di Maio, «l’Italia sostiene la proposta del tetto al prezzo del gas». Tetto che, quindi, si applicherebbe anche ai nuovi contratti. L’attesa è per un regolamento europeo che potrebbe in qualche modo essere legato al pacchetto RepowerEu che sarà presentato dalla Commissione europea, e che possa introdurre un prezzo “amministrato” al metano. 

Il meccanismo

L’intenzione sembrerebbe quella di farlo scattare soltanto nel caso in cui ci fosse una situazione di emergenza con il blocco da parte di un fornitore o nel caso in cui l’Europa dovesse decidere l’embargo nei confronti di Mosca.

La domanda centrale resta quella del livello del tetto. Da qualche settimana il prezzo del gas sembra essersi stabilizzato attorno a 100 euro al Megawattora. Un livello dal quale non si è scostato molto nemmeno dopo che la Russia ha interrotto le forniture alla Polonia e alla Bulgaria. E nemmeno dopo che è circolata la voce di un possibile blocco anche per Svezia e Finlandia dopo la loro richiesta di adesione alla Nato. Il mercato, insomma, è un po’ come se scontasse un tetto attorno a questa cifra. Cifra alta, certo, ma non a livello dei record raggiunti dopo l’invasione dell’Ucraina da parte della Russia. C’è poi un’altra domanda. Un tetto automatico in caso di blocco delle forniture, è una soluzione che può andare bene anche a Roma? L’Italia spinge da tempo per una soluzione più ampia, ma alla fine potrebbe accettare il compromesso. Resta il fatto che il tetto potrà essere applicato soltanto alle forniture che arriveranno via “tubo”, come quelle dell’Azerbaijan attraverso il Tap o dell’Algeria attraverso il Transmed. Più difficile applicare un limite di prezzo al Gnl che viaggia via nave.

Il rischio

In quel caso il rischio concreto che si correrebbe è un cambio di rotta delle gasiere che potrebbero facilmente dirigersi verso mercati disposti a pagare meglio le forniture. Il tetto resta comunque per l’Italia un obiettivo prioritario. Anche perché l’impatto sulle bollette continua a farsi sentire. «Fino ad oggi», ha ricordato il ministro dell’Economia Daniele Franco, «il governo è ripetutamente intervenuto per mitigare le ripercussioni dello shock sull’economia: nel prima parte del 2022 con quattro decreti sono state attuate misure per oltre 30 miliardi. Di questi», ha sottolineato ancora Franco, «quasi la metà sono destinati ad interventi di contenimento dell’aumento del costo dell’energia per famiglie e imprese. L’obiettivo è quello di evitare che il paese torni in recessione». Franco ha ricordato anche un altro concetto che forse sfugge nel dibattito sul gas: «L’aumento dei prezzi dell’energia», ha spiegato, «trasferisce potere di acquisto ad altre economie». Detto in altri termini, finanzia la guerra di Putin all’Ucraina. Il meccanismo, insomma, prima o poi dovrà essere interrotto. E per l’Italia, prima avverrà meglio sarà.

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