Fotovoltaico, dal Lazio il progetto (da 10 miliardi di euro) per ridare vita ai terreni abbandonati attraverso l'energia pulita

Il rilancio dell'agricoltura e l'idea di mettere a sistema procedure che possano permettere di ridurre il nostro fabbisogno di energia

Fotovoltaico, dal Lazio il progetto (da 10 miliardi di euro) per ridare vita ai terreni abbandonati attraverso l'energia pulita
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Giovedì 16 Marzo 2023, 14:18 - Ultimo aggiornamento: 14:20

Un progetto ambizioso parte dal cuore del Lazio: dare vita a impianti solari per dieci giga. Previsti investimenti per dieci miliardi di euro che garantiranno, con l'indotto, almeno 500mila assunzioni. Progetti in fase di autorizzazione ed in procinto di essere cantierabili in Puglia, Lazio, VenetoSardegna, Sicilia ed in altre Regioni Italiane. L'agrivoltaico, duqnue, come possibile soluzione alla scarsità di energia.


Il progetto

Dieci miliardi di euro di investimenti, 500mila assunzioni, impianti fotovoltaici per 10 GWp. Dal cuore del Lazio, parte un progetto volto a sfruttare i raggi solari e, nel tempo stesso, ridare nuova vita a terreni abbandonati e, quindi, incolti: «In termini tecnici -spiega Fabrizio Aniello, COO and Founder di Acn Contract e di ADF Energy Solutions - si chiama agrivoltaico ma qui il significato assume una connotazione diversa.

Il nostro obiettivo infatti non è solo quello di produrre energia pulita ma anche di creare le condizioni per dare una seconda vita a campi che, da anni, sono ridotti a sterpaglie. In sostanza, un team di agronomi studia la conformazione di quegli appezzamenti e indica quale prodotto sia opportuno coltivare. Una ricerca scientifica che, di fatto, migliora le condizioni della zona e rende il paesaggio decisamente più confortevole».


Il fotovoltaico dunque si ritrova alleato dell'agricoltura: «Vogliamo -prosegue Aniello- cambiare paradigma, dimostrare che il conflitto fra i due elementi è solo culturale. Si può produrre energia pulita e contemporaneamente coltivare quel terreno scelto. Vogliamo insomma spiegare con i fatti che la ritrosia verso gli impianti solari è frutto di ignoranza. Anche, e soprattutto, quando si parla di smaltimento degli impianti. I pannelli infatti sono costruiti con materiale atossico e riciclabile e, quando esauriscono la loro funzione, possono essere facilmente rimossi e totalmente riciclati. Voglio ricordare, per sfatare un tabù, che, in fase di costruzione, viene richiesta, proprio per lo smaltimento, una fideiussione a garanzia dall’ente preposto al rilascio del permesso a costruire e che, inoltre, si paga, proprio per questo scopo, una tassa in fase di acquisto dei moduli fotovoltaici . Si tratta insomma di un falso alibi».

 


Nell'80% dei casi, i terreni del progetto che parte dal cuore del Lazio, vengono scelti con queste finalità: «Il restante 20% -aggiunge Aniello- viene individuato fra campi che sono invece già coltivati ma che, per la loro posizione geografica, sono particolarmente interessanti. Anche qui, in qualche modo, si va in soccorso dell'agricoltura. Dalla nostra esperienza, infatti, molti contadini rinunciano a coltivare perché i costi superano i ricavi. Garantire loro 4/5mila euro a ettaro per installare impianti fotovoltaici significa offrire un contributo importante che, nella maggior parte dei casi, li sprona a proseguire nell'attività. E questo è senz'altro un bene per tutti e anche per la filiera agroalimentare che ne beneficia in termini di qualità».

Il rilancio dell'agricoltura e l'idea di mettere a sistema procedure che possano permettere di ridurre il nostro fabbisogno di energia: «Quanto successo in Ucraina -sottolinea Aniello- ci spinge a ridurne l'importazione e aumentarne la produzione. Sono convinto che, in un tempo non eccessivamente lungo, si possa, con l'energia da fonti rinnovabili, avere una copertura totale di quanto serve. Almeno per le nostre case. Perseguire questo obiettivo è non solo necessario ma moralmente opportuno. Siamo ormai consapevoli di quanto siano dannose per l'ambiente le fonti inquinanti. Siamo arrivati a un punto di non ritorno e non sfruttare, in senso buono, quanto la natura ci offre è davvero un peccato imperdonabile».

 


A questo obiettivo dunque tende il progetto che intende costruire impianti fotovoltaici per 10 GWp sull'intero territorio nazionale: «Nel comune di Foggia -dice il COO di Acn Contract- attendiamo il via libera per la nascita di una centrale da 221 mega, con la possibilità di accumulo pari a 100 mega. Il terreno, da 400 ettari, non è coltivato e non presenta alcun tipo di vincolo, aspetto, quest'ultimo, per noi determinante. A due passi da Roma, a Guidonia Montecelio, stiamo lavorando invece su un appezzamento da 70 ettari per un impianto da 35 mega, con una potenziale riserva, grazie all'utilizzo delle batterie, di 18 mega. Altri due progetti riguardano il Veneto e la provincia di Reggio Emilia. Nel primo caso i mega sono 100 e l'accumulo pari a 50, nel secondo il terreno è di 350 ettari. Qui sorgerà una centrale da 160 mega e 80 di riserva. Si tratta di un'operazione molto ambiziosa ma che guarda al futuro e vuole garantire occupazione green. La sfida è appena iniziata, per il cui risultato comunque sarebbe opportuno ridurre i tempi attuali necessari alle procedure autorizzative che oggi durano almeno 36 mesi per un progetto in autorizzazione unica. A questo proposito il governo Meloni sta lavorando, basta vedere il nuovo decreto semplificazioni pubblicato in Gazzetta alla fine di febbraio, ma è ancora poco».

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