I calcoli sono fatti in base al progetto che prevede la riduzione delle cinque aliquote attuale (23%, 27%, 38%, 41% e 43%) a tre (15% la minima fino a 50 o 60 mila euro e 40% la massima oltre i 100mila euro). La Cgil sottolinea che "non ci sono informazioni sulla seconda aliquota, che possiamo immaginare intermedia tra le due (25-30%)".
Stando a questi dati, un lavoratore con reddito annuo lordo di 18.000 euro (e gli 80 euro) versa oggi circa 1.870 euro di Irpef: con la nuova aliquota, a cui si aggiunge la deduzione di 4.000 euro annunciata circa un anno fa, andrebbe a pagare 2.100 euro, con un aumento di 230 euro.
Un lavoratore con reddito pari a 50.000 euro paga attualmente circa 15.000 euro di Irpef: con la flat tax ne pagherebbe 6.900, meno della metà, con un risparmio di 8.100 euro. Un lavoratore con reddito pari a 110.000 euro, si troverebbe a pagare quasi la metà delle tasse, passando dagli attuali 40.470 euro di Irpef a 21.500 euro.
Come prevedibile, sottolinea la Cgil, "diminuendo la progressività del sistema sono maggiori i vantaggi per i redditi più alti. Questo anche perché diminuire la prima aliquota al 15% per i redditi fino a 50.000 o 60.000 euro non significa abbassare le imposte solo a chi guadagna fino a quella cifra. Significa abbassare le imposte sui primi 50 o 60mila euro anche per chi guadagna di più".
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