Flat tax con partenza graduale, l’obiettivo è alzare la soglia per i redditi fino a 85mila euro

Confermato anche il saldo e stralcio delle cartelle esattoriali per recuperare nuove risorse

Flat tax con partenza graduale, l’obiettivo è alzare la soglia per i redditi fino a 85mila euro
di Michele Di Branco
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Sabato 5 Novembre 2022, 00:04 - Ultimo aggiornamento: 8 Novembre, 12:20

Un primo assaggio di Flat tax subito. E il resto della pietanza nei prossimi anni. La necessità di finanziare le misure di contrasto al caro energia riduce i margini di manovra finanziaria e costringe il governo a partire con prudenza sul fisco. Il programma fiscale del governo, che vuole confrontarsi con le parti sociali prima di varare le misure definitive, prevede l’estensione da 65 a 100 mila euro di reddito l’aliquota del 15% a beneficio degli autonomi. Ma la misura, che ovviamente comprime il gettito fiscale, e dunque spunta l’ipotesi di un allargamento della platea limitata, per il momento, ai redditi fino a 80-85 mila euro. 

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LE TAPPE
L’attuale impianto del prelievo non sarà modificato, per cui la nuova Flat tax, nel 2023, resterebbe al 15% e continuerebbe a essere calcolata con l’attuale meccanismo (applicando al fatturato un coefficiente che dipende dal settore di appartenenza, ottenendo così l’imponibile sul quale poi basare la tassa del 15%) in modo forfettario, escludendo quindi detrazioni e deduzioni fiscali, con l’unica eccezione dei contributi previdenziali. 
L’asse Palazzo Chigi-Tesoro è al lavoro anche sulla cosiddetta “Flat tax incrementale” che, invece, riguarderebbe tutti i contribuenti.

Si tratta di una tassa piatta, dunque con aliquota forfettaria (probabilmente anch’essa al 15%) da applicare alla sola parte del reddito prodotto in più rispetto a quanto prodotto l’anno precedente.

LA POSIZIONE DI MELONI

Il premier Giorgia Meloni, in Senato, ha precisato che il periodo di riferimento sarebbe il reddito dei tre anni precedenti. In pratica, sull’incremento di reddito rispetto al triennio precedente, i contribuenti potrebbero applicare un’imposta sostitutiva, mentre sul resto del reddito si continuerebbe ad applicare la tassazione ordinaria, in base alle fasce di reddito e alle aliquote Irpef ordinarie. Così, ad esempio, un contribuente che nel triennio 2020-2022 ha dichiarato 13mila e 15mila euro nel 2023 si vedrebbe riconoscere una tassazione più favorevole. Nel sistema fiscale attuale i 2 mila euro di incremento sarebbero tassati al 23% poiché rientrano nel primo scaglione Irpef: ossia, 460 euro. Con la Flat tax incrementale al 15% l’esborso Irpef scenderebbe a 300 euro, con un beneficio netto di 160 euro sull’imposta vigente. In caso di passaggio da 55mila a 57mila, il vantaggio sarebbe ancora superiore. Lo stesso incremento di 2 mila euro sarebbe tassato, secondo le leggi attuali, al 43% (l’ultimo scaglione Irpef) e si verserebbero 860 euro. Con la Flat tax incrementale, invece, il fisco si accontenterebbe di 300 euro. 

CUNEO FISCALE


Nella legge di Bilancio si andrà avanti anche con il taglio del cuneo fiscale, che verrà riproposto almeno nella versione introdotta dal governo Draghi (2 punti in meno), mentre l’obiettivo di medio termine – ha spiegato Meloni, che scarta invece l’idea del salario minimo - è di arrivare progressivamente a ridurlo di 5 punti. 
Sempre più probabile il varo una sanatoria ad ampio raggio sulle cartelle esattoriali. Il meccanismo che la nuova maggioranza sta mettendo a punto prevede una operazione di “Saldo e stralcio”, fino a 2mila e 500 euro (ma la Lega spinge per una soglia più elevata), per le persone in difficoltà (con il versamento del 20 per cento del debito e il taglio del restante 80 per cento) e, in caso di importi superiori, il pagamento dell’intera imposta maggiorata del 5% in sostituzione di sanzioni e interessi, con rateizzazione automatica in 10 anni. Quanto alle cartelle esattoriali di importo inferiore a mille euro, l’ipotesi è quella dello stralcio. In poche parole: cancellazione. 

 

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