Il calcolo dell'imposta rispetto al reddito sommato dei componenti il nucleo familiare, invece che a quelli dei singoli presi uno per uno è il primo nodo che dovrà essere sciolto: per il sistema tributario italiano si tratta di una novità che tra l'altro andrebbe disegnata entro i limiti fissati anche dalla giurisprudenza costituzionale. Per questo motivo, oltre che per evitare che in situazioni particolari qualcuno degli interessati possa avere una perdita invece che un beneficio, l'adesione al nuove regime dovrà essere opzionale, facoltativa. Si tratterebbe a tutti gli effetti di una tassazione sostitutiva: chi accetterà il nuovo meccanismo uscirà dal tradizionale sistema dell'Irpef a cinque aliquote, che al momento resterà in vigore per tutti gli altri.
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I VANTAGGI
Dato l'obiettivo di premiare i nuclei familiari, lo schema di sgravi legato alla loro effettiva numerosità sarà altrettanto importante dell'aliquota fissata al 15 per cento. Si tratterà di garantire una progressività legata proprio a questo parametro. Ma a chi andranno i maggiori vantaggi? Naturalmente per dirlo occorrerà attendere i dettagli del nuovo sistema. In linea generale però si può dire che saranno favorite le famiglie con un solo reddito. Questo perché attualmente i redditi vengono tassati singolarmente e le detrazioni per i figli sono ripartite tra i genitori: così ad esempio un solo reddito di 50 mila euro paga più Irpef di due da 25 mila euro ciascuno, perché sul primo viene applicata un'aliquota marginale maggiore. Qualora il parametro di riferimento fosse fissato sui guadagni dell'intero nucleo allora questa differenza scomparirebbe, a vantaggio proprio delle situazioni familiari in cui una sola persona lavora. Alcuni economisti ritengono che uno schema del genere possa scoraggiare il lavoro femminile.
L'altra variabile è naturalmente quella finanziaria. Il mancato gettito di 12 miliardi dovrebbe essere compensato almeno in parte con la cancellazione di una buona parte delle detrazioni e deduzioni attualmente in vigore. Resta da stabilire il destino di un'agevolazione fiscale del tutto particolare, ovvero il bonus 80 euro riservato ai lavoratori dipendenti con imponibile fino a 26.600 euro. L'intenzione del governo è comunque evitare di arrecare un danno agli interessati, cancellandolo.
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