Fisco e tasse, le scadenze di novembre: ecco l'ingorgo fiscale, lo Stato incasserà 69 miliardi. Tutte le date per le imprese

Le scadenze fiscali di novembre
di Roberta Amoruso
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Martedì 8 Novembre 2022, 16:55 - Ultimo aggiornamento: 16:58

È in arrivo l’«ingorgo fiscale» di novembre, che per l’erario è da sempre il mese con maggiori incassi. Dalle scadenze del 16 e del 30 novembre prossimi, infatti, il fisco incasserà 69 miliardi di euro, secondo una stima elaborata dall’Ufficio studi della Cgia di Mestre (Venezia). Le imprese, in particolare, saranno chiamate a versare l’Iva (19 miliardi), l’Ires (16,2 miliardi), le ritenute dei dipendenti e dei collaboratori (12,5 miliardi); seguono l’Irap (10,9 miliardi), l’acconto Irpef dei propri dipendenti (7,3 miliardi) e anche le ritenute d’acconto sui compensi dei professionisti (1,2 miliardi). Novembre, sottolinea l’associazione artigiana, costituisce un vero e proprio «stress test» che permetterà agli imprenditori di misurare la tenuta finanziaria delle proprie attività. «Per evitare - sottolinea la nota - che tanti piccoli imprenditori oggi in difficoltà per il caro energia, il boom dell’inflazione e per la contrazione dei consumi chiudano definitivamente l’attività, è auspicabile che in tempi ragionevolmente brevi il nuovo Governo provveda a tagliare drasticamente le imposte, al fine di ammorbidire anche i versamenti relativi alle scadenze più critiche di ogni anno, ovvero, i mesi di giugno-luglio e di novembre-dicembre».

LA BUROCRAZIA

Oltre ad avere un carico fiscale tra i più elevati d’Europa, l’Italia, assieme al Portogallo, è il Paese dove pagare le tasse è più difficile, in particolar modo per le aziende. Secondo le ultime statistiche disponibili elaborate dalla Banca Mondiale (Doing Business 2020), i nostri imprenditori “perdono” 30 giorni all’anno (pari a 238 ore) per raccogliere tutte le informazioni necessarie per calcolare le imposte dovute; per completare tutte le dichiarazioni dei redditi e per presentarle all’Amministrazione finanziaria; per effettuare il pagamento on line o presso le autorità preposte.

In Francia per espletare le incombenze burocratiche derivanti dal pagamento delle tasse sono necessari solo 17 giorni (139 ore), in Spagna 18 (143 ore) e in Germania 27 (218 ore), mentre la media dell’Area dell’Euro è di 18 giorni (147 ore). I dati si riferiscono a una media impresa (società a responsabilità limitata), al secondo anno di vita e con circa 60 addetti.

Detrazioni giù ai redditi alti per finanziare la flat tax. Nessuna modifica per i redditi più bassi

NUOVA SFIDA A DICEMBRE

Anche il prossimo mese di dicembre sarà particolarmente impegnativo sul fronte fiscale. Entro il 16 dicembre, infatti, le aziende dovranno versare i contributi previdenziali, assistenziali e le ritenute Irpef dei propri dipendenti e collaboratori. Dovranno, inoltre, pagare l’acconto dell’imposta sostitutiva sui redditi da rivalutazione del Tfr, il saldo dell’Imu su capannoni, uffici, negozi e l’Iva del mese di novembre, sempre che si tratti di contribuenti mensili. Infine, entro Natale dovranno liquidare anche le tredicesime ai propri dipendenti. «Non è da escludere - conclude la Cgia - che molti piccoli imprenditori a corto di denaro si trovino in seria difficoltà a rispettare tutte queste scadenze così ravvicinate».

 

CHI NON PAGA

Se qualcuno non rispetta le scadenze fiscali previste nelle prossime settimane, cosa va incontro? L’ordinamento tributario, ricorda l’Ufficio studi, impone al contribuente una sanzione dell’1 per cento dell’importo da versare al fisco per ogni giorno di ritardo entro il 15° dalla scadenza. La percentuale sale al 15 per cento se il pagamento viene effettuato entro il novantesimo giorno dalla scadenza. Per omesso pagamento o per versamento effettuato dopo 90 giorni dal termine previsto per legge, la sanzione sale al 30 per cento dell’importo da versare all’erario. Indipendentemente dal ritardo, sono altresì dovuti gli interessi pari al 4 per cento (annuo) dell’importo da pagare. Va ricordato, infine, che le sanzioni possono essere fortemente ridimensionate usufruendo dell’istituto del “ravvedimento operoso”, a condizione che si versi sia l’importo omesso che la sanzione (opportunamente ridotta) e gli interessi. Le riduzioni, ovviamente, diminuiscono con il passare del tempo di pagamento.

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