Partite Iva, rivoluzione dal 2021: tasse a rate mensili e stop ai saldi e acconti

Fisco, rivoluzione per le partite Iva: tasse a rate mensili dal 2021
di Francesco Bisozzi e Umberto Mancini
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Giovedì 23 Luglio 2020, 00:15 - Ultimo aggiornamento: 16:15

Il fisco cambia pelle. Stop dal 2021 a saldi e acconti, che l’anno prossimo verranno sostituiti da un sistema di liquidazione mensile per le partite Iva. E c’è pure la ciliegina sulla torta: meno tasse a settembre. Come anticipato dal Messaggero, la proposta avanzata dal direttore dell’Agenzia delle Entrate Ernesto Maria Ruffini, che ha chiesto di sostituire il complesso meccanismo dei saldi e degli acconti annuali con una cash flow tax, ha fatto breccia nel governo e si candida ora a essere uno dei piatti forti della riforma del fisco, che entrerà nel vivo con la legge di Bilancio attesa per la seconda metà di ottobre.

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Le tappe

Riforma che procederà per tappe e che non ambisce solo a semplificare il sistema, ma anche a proseguire il taglio del cuneo fiscale e a garantire la riduzione del prelievo per i redditi medi e le famiglie. La viceministra Laura Castelli ha annunciato ieri su Facebook che il sistema di acconti e saldi, ormai «obsoleto», verrà sostituito con uno più semplice e immediato entro gennaio, ovvero le tasse pagate mensilmente per le partite Iva. Ma non è tutto. Perché da un lato il ministero dell’Economia punta a una semplificazione del sistema, in grado di mettere le imprese in condizione di ripartire e di garantire nel contempo allo Stato flussi di cassa più regolari tramite prelievi mensili e automatici sui conti delle partite Iva che aderiranno alla rivoluzione fiscale, mentre dall’altro studia un’uscita soft dalle misure emergenziali adottate a causa del Covid-19. Il ministro dell’Economia Roberto Gualtieri, parlando del nuovo scostamento di Bilancio, ha specificato che uno degli obiettivi è di riscrivere ancora una volta il calendario fiscale per dare respiro ai contribuenti a settembre, quando sono programmati i versamenti congelati durante il lockdown. 
 


L’idea di un fisco in tempo reale è venuta, come detto, al direttore dell’Agenzia delle Entrate Ernesto Maria Ruffini per liberare oltre 4 milioni di contribuenti (tra autonomi, professionisti e partite Iva) da un calendario di scadenze fiscali sempre in movimento. Per Ruffini il sistema della liquidazione periodica mensile (o trimestrale) consentirebbe all’erario di registrare un flusso costante di entrate, e non più soggetto a picchi come adesso, e ai contribuenti interessati di pagare le tasse sugli incassi e le spese effettive e quindi di poter contare su una maggiore liquidità per effetto di una riduzione dello stock di credito d’imposta. La novità piace alla maggioranza giallorossa. Così la viceministra Laura Castelli: «Come ministero dell’Economia e Agenzia delle Entrate ci abbiamo lavorato per qualche mese e ora siamo pronti a dire addio all’attuale sistema di acconti e saldi, per sostituirlo dal primo gennaio 2021 con uno più semplice e immediato. Il sistema di acconti e saldi genera confusione e burocrazia inutile per circa 4 milioni di contribuenti, che ogni anno vivono con preoccupazione il periodo delle scadenze. In questo modo non ci si dovrà più preoccupare di accantonare una somma per le imposte dell’anno successivo che ancora non si sa come andrà, ma si pagheranno le tasse solo su quanto già effettivamente guadagnato. Il progetto prevede il passaggio a un sistema di pagamento basato sugli incassi e le spese effettive. Un metodo di cassa, insomma». Avremo dunque un fisco più morbido e a misura di contribuente? Lo tsunami coronavirus ha mandato in tilt gli studi dei commercialisti che dopo la mancata proroga del tax day del 20 luglio, giorno dei versamenti degli acconti e dei saldi delle imposte sui redditi, programmati in precedenza per la fine di giugno e poi spostati in avanti di un mese (senza maggiorazione), hanno annunciato lo sciopero e altre azione di disobbedienza, per esempio l’astensione dall’invio dei dati fiscali in occasione delle prossime scadenze di settembre.
 

TEMPI STRETTI


Così ora il Mef, che inizialmente aveva negato la proroga per mettere in sicurezza la nota di aggiornamento al Documento di economia e finanza di settembre, è costretto a fare marcia indietro. La ricetta anti-proteste di Roberto Gualtieri prevede versamenti diluiti nell’anno e lo stop alle sanzioni per chi non ha rispettato la scadenza di lunedì scorso andando così incontro a una maggiorazione dello 0,4 per cento il 20 agosto. Tradotto, dopo la sospensione fino a settembre dei versamenti di marzo, aprile e maggio per tutti i contribuenti con perdite, i pagamenti verranno ulteriormente rimodulati. Di più. Si valuta l’ipotesi di condonare alle imprese dei settori più colpiti (turismo, ristorazione, abbigliamento) un terzo delle tasse non versate durante il periodo di chiusura obbligatoria. «Lavoriamo a una diluizione nel corso dell’anno degli importi da versare che verrà calcolata in base a quanto effettivamente incassato dalle partite Iva», ha spiegato il ministro durante il question time alla Camera, sottolineando anche che una semplificazione del sistema fiscale è nell’interesse di tutti.

 

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