Fisco, nuova stretta sugli evasori: soglie di punibilità più basse

Fisco, nuova stretta sugli evasori: soglie di punibilità più basse
di Luca Cifoni
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Martedì 24 Settembre 2019, 07:50 - Ultimo aggiornamento: 16:24

Un decreto legge per fare entrare in vigore subito almeno una parte delle misure fiscali, portando quindi a casa le relative maggiori entrate destinate a contribuire alla manovra complessiva. Anche in questa sessione di bilancio il governo si prepara a sdoppiare i provvedimenti legislativi della manovra di bilancio; la distribuzione delle misure tra i vari provvedimenti è però ancora oggetto di valutazione, quando mancano poco meno di quattro settimane alla scadenza prevista per l'invio della manovra alle Camere.

Uno dei nodi da sciogliere è quello del carcere per gli evasori. Uno slogan caro in particolare al Movimento Cinque Stelle, che ha ricevuto un qualche sostegno dallo stesso Giuseppe Conte. Il tema è delicato e si tratta quindi di calibrare un eventuale intervento, ricordando che le sanzioni detentive sono naturalmente già presenti nell'ordinamento italiano. Si tratta semmai di - se questa impostazione sarà accettata dall'intera maggioranza - di abbassare le soglie per la punibilità ed eventualmente di inasprire le pene: scelte essenzialmente politiche che comunque non hanno di per sé un effetto sul gettito.

L'EMENDAMENTO
Lo scorso autunno in Parlamento era stato presentato un emendamento pentastellato che andava in questa direzione, intervenendo sulla situazione che era stata definita - in senso opposto - nel 2015 dal governo Renzi. Allora ad esempio la soglia di punibilità per la dichiarazione infedele era stata portata da 50 mila a 150 mila euro di imposta evasa, mentre il valore degli elementi attivi sottratti all'imposizione era passata da 2 a tre milioni. Nell'impostazione del M5S, tutta da verificare con l'alleato democratico, questi limiti potrebbero tornare a scendere verso i 100 mila e i 2 milioni di euro, rendendo quindi sulla carta più facile il carcere per queste violazioni.

LA CORTE
Un altro capitolo a cui si lavora è quello del contrasto alle frodi. Laura Castelli, viceministro all'Economia, ha fatto riferimento alle truffe che riguardano l'Iva in particolare nel settore dei carburanti. Anche questa stretta potrebbe trovare posto nel decreto legge. Una misura che di certo il governo deve adottare in tempi rapidi è quella relativa all'Iva per le autoscuole, che in seguito ad un pronunciamento della Corte di Giustizia europea dovrà essere applicata nel settore (al 22 per cento) al contrario di quanto è avvenuto finora. Ieri il viceministro dell'Economia Antonio Misiani (Pd) ha confermato che è in preparazione un intervento legislativo ad hoc per evitare l'applicazione retroattiva del prelievo, eventualità che ha già scatenato la protesta del mondo delle autoscuole. Il decreto fiscale potrebbe essere la sede per questa correzione di rotta, in assenza di altri canali legislativi.

GLI STRUMENTI
Più complesso è il discorso sui vari strumenti per il contrasto all'evasione, dagli incentivi per l'uso della moneta elettronica al potenziamento della fatturazione elettronica. Si tratta di un ventaglio di misure che comprendono in una fase iniziale anche maggiori costi, perché si tratta ad esempio di incentivare gli esercenti con più robuste forme di credito d'imposta. L'altro aspetto, quello legato alla riduzione o all'azzeramento (per le transazioni di piccolo importo) delle commissioni è ugualmente problematico, perché si va a incidere sugli introiti delle banche e dei soggetti finanziari. I quali potrebbero avere la tentazione di riprenderseli sotto altra forma, ad esempio aumentando i canoni richiesti ai consumatori per l'utilizzo delle carte.

Con uguale cautela viene affrontato il dossier verde, che nella versione portata avanti dal ministro Costa prevedeva il taglio dei sussidi alle attività inquinanti e dunque un incremento del prelievo fiscale per categorie come agricoltori, o autotrasportatori. Il dicastero dell'Ambiente conta di portare il provvedimento ad un prossimo Consiglio dei ministri ma a questo punto non è nemmeno escluso che la richiesta degli altri ministeri (Economia e Sviluppo economico) di coordinare e condividere le misure si traduca nella scelta di far confluire anche questo pacchetto in quello più complessivo della manovra.

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