Fisco, arriva la clausola che blocca gli aumenti: c'è l'accordo sulla legge delega

Confermato lo “scivolo” di due anni per uscire dal sistema della “flat tax” per le partite Iva

Fisco, arriva la clausola che blocca gli aumenti: c'è l'accordo sulla legge delega
di Luca Cifoni
4 Minuti di Lettura
Martedì 5 Aprile 2022, 00:29 - Ultimo aggiornamento: 13:12

Un testo per ripartire. La legge delega di riforma del fisco è uno degli snodi politici più delicati per la maggioranza: oggi la discussione riprende in commissione Finanze della Camera sulla base di un testo che incorpora vari emendamenti delle forze politiche, riformulati dagli uffici tecnici del ministero dell’Economia. Su alcuni aspetti è stata trovata una soluzione di compromesso, in altri punti il testo è vago e lascia tutto lo spazio per la definizione dei dettagli ai successivi decreti delegati. Tra le novità introdotte c’è la previsione di una specifica clausola per garantire che l’attuazione della delega non comporti un incremento della pressione tributaria rispetto a quella che deriva dall’applicazione delle norme attualmente in vigore. La frase è stata aggiunta accanto a quella - presente all’inizio - in base alla quale la delega non deve portare nuovi oneri per il bilancio dello Stato. Di fatto - salvo successivi interventi del governo - la possibilità di ridurre l’incidenza complessiva del fisco sull’economia è affidata alla eventuale scelta di finanziare la riduzione di singole imposte con altri provvedimenti che compensino tagliando questa o quella spesa.

Irpef più alta nel Lazio per i ceti medi. Pagherà di meno chi guadagna dai 35.000 ai 40.000 euro

IL RIORDINO
Un altro aspetto che è stato rivisto è quello relativo alla tassazione delle rendite finanziarie o più precisamente, dei «redditi derivanti dall’impiego del capitale, anche nel mercato immobiliare». È prevista a regime l’applicazione di una sola aliquota proporzionale, ma «in via transitoria» ce ne saranno due.

Si tratta di mettere ordine nell’attuale sistema di tassazione che va dal 12,5 per cento applicato sui rendimenti dei titoli di Stato al 26 per cento delle altre rendite finanziarie. Sono poi al di fuori dell’Irpef anche le diverse “cedolari” in vigore per quanto riguarda gli affitti.

Il tema della Flat tax è stata portato avanti soprattutto dalla Lega. Il nodo da sciogliere era il percorso di uscita dall’attuale regime forfetario, che prevede una tassazione del 15 per cento per le partite Iva con un reddito non superiore a 65mila euro l’anno. Insomma si tratta di definire cosa succede quando questa soglia viene superata. La delega nella versione rivista prevede che «al fine di favorire l’emersione degli imponibili» sia offerta per due anni la possibilità di applicare un’imposta sostitutiva, fino a un limite di reddito che però resta ancora da precisare. Una sorta di scivolo che risponde alle richieste dei deputati del Carroccio.
Il Movimento Cinque Stelle invece aveva proposto un nuovo meccanismo per le detrazioni d’imposta, che è stato sostanzialmente accolto. Dopo il riordino di deduzioni e detrazioni è prevista la «graduale trasformazione» del sistema attuale (le detrazioni vanno a ridurre l’imposta da pagare ogni anno) in uno basato su «rimborsi erogati direttamente tramite piattaforme telematiche diffusi». Secondo i pentastellati si tratta di una riedizione del cashback, cancellato a metà dello scorso anno. Le detrazioni coinvolte sono prioritariamente quelle di «natura socio-sanitaria» e i relativi acquisti dovranno naturalmente avvenire con modalità tracciabili, quindi diverse dal contante. I contribuenti troverebbero il rimborso direttamente su Io App, alla quale è associato un conto corrente.

LE VIOLAZIONI
Ulteriori novità riguardano la razionalizzazione delle sanzioni amministrative - che dovrà trattare con particolare riguardo le violazioni solo formali - e la cosiddetta mensilizzazione dei versamenti, accanto all’attuale sistema di acconto e saldo, per lavoratori autonomi, imprenditori individuali e altri contribuenti sottoposti al sistema degli indicatori sintetici di affidabilità fiscale. Sullo sfondo resta il tema del catasto: è stata mantenuta la formula voluta originariamente dal governo Draghi, ma Lega e Forza Italia hanno fatto sapere di non considerare chiuso l’argomento, riservandosi di presentare altri emendamenti.
 

© RIPRODUZIONE RISERVATA