Dopo la lunga sequenza di rinvii dettata dai decreti anti crisi del Governo del 2020 e 2021, per la data del 30 novembre si sono concentrate infatti tutte le rate non pagate della pace fiscale: 8 della rottamazione ter, datate 2020 e 2021, e altre 4 del saldo e stralcio. La possibilità di diluire i pagamenti delle cartelle è stata chiesta da tutte le forze di maggioranza e tradotta in una lunga serie di emendamenti al decreto fiscale collegato alla manovra in discussione al Senato.
La risposta del Governo è arrivata solo nelle ultime ore ma non è stata ancora tradotta in una norma approvata dalle commissioni Finanze e Lavoro di Palazzo Madama: prevede al massimo una mini-proroga al 9 dicembre che potrà dilatarsi fino al 14 dicembre con i canoni 5 giorni di tolleranza riconosciuti dal Fisco per non applicare sanzioni e far decadere dalle due agevolazioni. Il costo di una ulteriore diluizione nel 2022 delle rate dovute per il Governo al momento non è sostenibile. Salvo cambi di rotta delle ultime ore e della riunione di maggioranza in calendario lunedì 29, alle forze politiche non resta che la presentazione di un ordine del giorno che impegni il Governo a prevedere le risorse necessarie a una proroga nel nuovo anno delle rate e delle cartelle dovute già con la legge di bilancio anch'essa all'esame del Senato.
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