Fisco, ecco come cambia: taglio alle detrazioni, saranno concentrate sui redditi medio-bassi

Sforbiciata alle oltre 700 agevolazioni per finanziare la riduzione dell’Irpef. L’azione di riordino non toccherà gli sconti relativi alla salute e alla casa

Fisco, ecco come cambia: taglio alle detrazioni, saranno concentrate sui redditi medio-bassi
di Luca Cifoni
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Domenica 12 Febbraio 2023, 21:42 - Ultimo aggiornamento: 13 Febbraio, 14:12

Questa dovrebbe essere la volta buona: vari governi si sono ripromessi di addentrarsi nella giungla delle agevolazioni fiscali, per ridurne il numero e semplificare il sistema, ma l’esito è sempre stato minimale, se non nullo. Anzi, negli ultimi anni è capitato che nelle varie leggi di bilancio siano stati aggiunti ulteriori sconti, che si sono sommati a quelli già esistenti. Per l’attuale esecutivo, impegnato in una riforma del fisco il cui percorso dovrebbe iniziare nelle prossime settimane (con la regia del vice-ministro dell’Economia Leo), questa operazione è quasi una necessità. In particolare per quanto riguarda l’Irpef, dal gettito delle detrazioni deve arrivare una parte non irrilevante della copertura finanziaria alla progettata riduzione delle aliquote. Ci sarà quindi una razionalizzazione, termine un po’ neutrale che vuol dire essenzialmente cancellazione di molte agevolazioni ormai poco rilevanti. Non saranno toccate quelle più importanti, a partire dalle voci relative alla salute e alla casa. I risparmi più significativi verranno però da un riorientamento delle detrazioni stesse, che saranno rese maggiormente progressive e di fatto concentrate sui redditi medio-bassi.

IL GETTITO

In gergo tecnico le agevolazioni sono note come “tax expenditures” (“spese fiscali” in italiano): un riferimento al fatto che in concreto rappresentano un trasferimento di risorse pubbliche, realizzato però sul fronte delle entrate invece che su quello delle uscite.

Ogni anno il ministero dell’Economia le censisce in un apposito rapporto. Nel 2022 (parliamo del sistema tributario nel suo complesso) ne esistevano 740, con un minor gettito per lo Stato vicino ai 130 miliardi di euro. Solo una piccola parte di questa somma potrà però entrare davvero nel mirino della riforma, perché il conteggio comprende tutte le riduzioni di introito a qualsiasi titolo, quindi ad esempio anche le esenzioni o le riduzioni di aliquota che riguardano l’Iva. Anche sull’Irpef il campionario è assai vasto, anche se le detrazioni relative ai figli sono state notevolmente depotenziate con l’istituzione dell’assegno unico e universale, che ha assorbito quel beneficio salvo che per i ragazzi di età superiore a 21 anni. Sul 730 di quest’anno resta la possibilità di fruire delle vecchie agevolazioni nel vecchio schema solo per i mesi di gennaio e febbraio.

I TENTATIVI

Dal punto di vista politico, si tratta comunque di un terreno impervio: proprio per questo negli anni scorsi i tentativi di intervenire si sono in larghissima parte arenati: è difficile intervenire su un singolo sconto senza provocare la reazione della categoria interessata, per quanto piccole. E così con la manovra per il 2020 era stata scelta una via diversa: ridurre per i redditi molto alti la possibilità di fruire delle detrazioni del 19%. Nello schema attualmente in vigore, si riducono proporzionalmente a partire dai 120 mila euro annui, per azzerarsi alla soglia dei 240 mila: sono però escluse da questo meccanismo quelle relative alle spese sanitarie e ai mutui sull’abitazione principale. Il governo potrebbe ora muoversi in due direzioni: da una parte abbassare la soglia dalla quale inizia il decalage (già con l’ultima legge di Bilancio c’era stato un tentativo, poi rientrato di portarlo a 60 mila euro) dall’altra includere altre detrazioni tra quelle da concentrare sui redditi medio bassi. In contemporanea andranno rivisti e razionalizzati in modo specifico i vari bonus edilizi, dopo la riduzione dal 110 al 90 per cento dell’aliquota del superbonus.

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