Bonus pubblicità, lavoratori autonomi e imprese: ultime ore per la domanda. Come funziona e chi può riceverlo

Ultime ore per la domanda

Bonus pubblicità, lavoratori autonomi e imprese: ultime ore per la domanda. Come funziona e chi può riceverlo
4 Minuti di Lettura
Martedì 30 Marzo 2021, 16:18 - Ultimo aggiornamento: 31 Marzo, 11:01

Ultime ore per presentare la domanda per il cosiddetto bonus pubblicità. Il termine scade il 31 marzo 2021. Si tratta di un’agevolazione sotto forma di credito di imposta riconosciuta a imprese, lavoratori autonomi ed enti non commerciali sugli investimenti pubblicitari. 

Assegno unico per i figli, oggi il via libera. Bonetti: nessuno ci rimetterà un euro

LA DOMANDA

La domanda - “Comunicazione per l’accesso al credito d’imposta su investimenti pubblicitari incrementali” - deve essere inviata tramite i servizi telematici dell’Agenzia delle Entrate, attraverso l’apposita procedura disponibile nella sezione dell’area riservata “Servizi per” alla voce “Comunicare”.

Si può accedere con Spid, Carta nazionale dei servizi (CNS), Cartà di identità elettronica (CIE), entratel e fisconline. Può essere presentata direttamente, oppure tramite una società del gruppo, se il richiedente fa parte di un gruppo societario. Oppure tramite gli intermediari abilitati. Si tratta di una sorta di prenotazione delle risorse che, oltre a contenere i dati degli investimenti effettuati nell’anno precedente, contiene i dati degli investimenti già effettuati e/o da effettuare nell’anno agevolato (2021).

LE NOVITÀ

La legge di Bilancio 2021 (articolo 1, comma 608, della legge 30 dicembre 2020, n. 178) ha previsto che, per gli anni 2021 e 2022, il credito d’imposta è riconosciuto nella misura unica del 50 per cento del valore degli investimenti pubblicitari effettuati sulla “Stampa”, intesa come giornali quotidiani e periodici, anche in formato digitale (registrati presso il Tribunale, ovvero presso il ROC, e dotati del Direttore responsabile). Per la pubblicità su questi canali viene meno il presupposto generale dell’incremento minimo dell’1 per cento dell’investimento pubblicitario, rispetto all’investimento dell’anno precedente, quale requisito per l’accesso all’agevolazione.

Per quanto riguarda, invece, gli investimenti sulle Emittenti televisive e radiofoniche locali, si applica la normale disciplina: il credito d’imposta è riconosciuto nella misura unica del 75 per cento del valore incrementale, purché pari o superiore almeno dell’1 per cento, degli analoghi investimenti effettuati sullo stesso mezzo di informazione nell’anno precedente.

Il bonus cultura 2021 vale 500 euro

I BENEFICIARI

Il bonus pubblicità è stato istituito nel 2018. Possono usufruirne imprese, lavoratori autonomi, enti non commerciali. L’agevolazione è concessa nel limite massimo dello stanziamento annualmente previsto e nei limiti dei regolamenti dell’Unione europea in materia di aiuti “de minimis”.

Il Dipartimento per l’informazione e l’editoria, entro il 30 aprile 2021, pubblicherà sul proprio sito istituzionale l’elenco dei soggetti che hanno richiesto l’accesso all’agevolazione, con l’indicazione del credito d’imposta teoricamente fruibile da ciascun beneficiario.

 

Dal 1 al 31 gennaio 2022 i richiedenti potranno confermare gli investimenti effettuati con dichiarazione sostitutiva, successivamente verrà pubblicato l’elenco definitivo dei beneficiari e il credito spettante sarà utilizzabile unicamente in compensazione a partire dal quinto giorno successivo alla suddetta pubblicazione con F24 e tramite i servizi telematici della agenzia delle entrate con codice tributo “6900” istituito dall’Agenzia delle entrate

LE RISORSE

La legge di Bilancio ha previsto, per i soli investimenti pubblicitari effettuati sui giornali, uno stanziamento di 50 milioni di euro per ciascuno degli anni 2021 e 2022. Deve ancora essere determinato lo stanziamento per gli investimenti pubblicitari effettuati sulle emittenti radiotelevisive, che sarà stabilito, a valere sulla quota del “Fondo per il pluralismo e l’innovazione dell’informazione” di competenza del Ministero dello sviluppo economico, con un decreto del Presidente del Consiglio dei Ministri, che annualmente stabilisce la ripartizione, tra Presidenza del Consiglio dei Ministri e Ministero dello sviluppo economico, delle risorse del suddetto fondo.

© RIPRODUZIONE RISERVATA