"Sulla pulizia del magazzino fiscale dobbiamo fermare le fake news che qualcuno usa per dire che ha vinto, e altri per dire che si tratta di un condono. L'ideologia, su certi temi, andrebbe messa da parte", scrive su Facebook.
La Castelli spiega che l'intervento serve a dare all'agente della riscossione la possibilità di concentrarsi sui crediti "effettivamente esigibili". Quelli che non possono essere riscossi - afferma - rappresentano il 91%" del magazzino. Fare "pulizia" significa quindi stralciare 9 cartelle su 10 che risultano "inesigibili".
Nell'ambito dei crediti inesigibili - spiega - oltre il 15% fa capo a soggetti falliti, il 13% a soggetti deceduti o ditte cessate, il 13% a nullatenenti (anagrafe tributaria negativa) e il 45% a contribuenti sottoposti ad azione cautelare\esecutiva. "E su molte di queste posizioni - sottolinea - le norme a tutela del contribuente (come l'impignorabilità della prima casa), inibiscono o limitano le azioni di recupero".
Oggi, per i contribuenti che non estinguono il debito a seguito della notifica della cartella o dell'avviso - ricorda Castelli - è necessario avviare l'attività di recupero con un iter che si presenta "macchinoso" ed impone lo svolgimento di attività pressoché indistinte per tutte le tipologie di credito iscritte a ruolo, non potendo modulare l'azione di recupero secondo principi di efficienza ed efficacia.
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