Fed, la crescita americana rallenta: nessun rialzo dei tassi nel 2019

Il presidente della Federal Reserve Jerome Powell
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Mercoledì 20 Marzo 2019, 19:30 - Ultimo aggiornamento: 20:50
La Fed lascia i tassi invariati e segnala che non ci saranno rialzi del costo del denaro quest'anno. Anzi il 2019, ed esattamente settembre, segnerà anche lo fine del processo di normalizzazione del bilancio. La Fed consegna a Wall Street un messaggio più da 'colombà delle attese e la reazione è immediata: dopo metà seduta trascorsa in territorio negativo, i listini americani invertono rotta e salgono. Rally anche per i Treasury, con i rendimenti per i bond
a 10 anni che calano di 8 punti percentuali al 2,53%, in quello che è il calo maggiore dal maggio 2018.

Ribadendo la necessità di mantenere un approccio «paziente» alla luce «degli sviluppi economici e finanziari» globali, la Fed lascia i tassi fermi in una forchetta fra il 2,25% e il 2,50%, rimandando la prossima stretta al 2020. Una decisione basata sul rallentamento della crescita economica. «I fondamentali restano solidi», ma «nel 2019 gli Stati Uniti cresceranno più lentamente che nel 2018» rassicura Jerome Powell. La Fed taglia infatti le stime per gli Stati Uniti per il 2019 e il 2020: la crescita quest'anno si attesterà al 2,1%, meno del 2,3% inizialmente previsto. Nel 2020 sarà dell'1,9%, in calo rispetto al 2,0% stimato in precedenza. Previsioni ben distanti da quelle della Casa Bianca di Donald Trump, che continua a parlare di +3,2% per il 2019 e del +3,0% per il 2020. «Non si sono mai visti numeri così nell'economia» dice il tycoon, ignorando le osservazioni della Fed. Mai nell'ultimo decennio c'è stato un divario così ampio fra le previsioni della Fed e quelle della Casa Bianca.

La frenata americana è una diretta conseguenza del rallentamento dell'Europa e della Cina. L'economia del Vecchio continente «è rallentata in modo sostanziale, ma non prevediamo una recessione dell'Ue» spiega Powell. D'accordo sull'analisi del presidente della Fed l'agenzia di rating Fitch, che prevede una frenata globale ma nessuna recessione. Fitch rivede al ribasso le stime di crescita mondiali, con una nuova decisa sforbiciata a quelle dell'Italia: il pil del Belpaese è stimato crescere dello 0,1% quest'anno e dello 0,5% il prossimo, contro il +1,1% e il +1,2% previsti in precedenza. 

Fra i rischi che pesano sull'economia americana e globale ci sono la Brexit e le trattative commerciali. «Ci auguriamo che la Brexit sia risolta in modo ordinato» dice Powell. E questo quadro incerto, e dagli sviluppi ancora più incerti, è il momento migliore per la Fed per essere paziente, aggiunge il presidente della banca centrale americana. Una pazienza e un approccio di «attesa per vedere cosa accade» che si riflette anche nella normalizzazione del processo di bilancio, che rallenterà a partire da maggio a 15 miliardi di dollari al mese dal velocità di 30 miliardi finora mantenuta. La fine del processo è attesa in settembre. In una mossa per cercare di prevenire le possibile critiche, Powell dice: «attenderemo di capire cosa accade e poi agiremo di conseguenza. Nessuna reazione eccessiva». 

 
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