Nell'attività M&A ad attrarre l'attenzione degli investitori sono, come detto, soprattutto le Infrastrutture Energetiche, con il 36% degli intervistati che prevede di indirizzare le proprie risorse in questo ambito nei prossimi 12 mesi (+4% rispetto al 2020). Segue il settore TMT (Tecnologia, Media e Telecomunicazioni) con il 20%), quello del Trasporto (19%) e delle Infrastrutture Sociali (16%, in aumento rispetto al 2020 di 2 punti percentuali).
"Gli intervistati sottolineano come i settori più attraenti siano quelli delle infrastrutture energetiche, e peraltro lo sono già da diverso tempo - ha commentato Andrea Scialpi, Transaction Diligence Leader e Infrastructure leader for EY Italy Strategy and Transactions - Questo aspetto non è da sottovalutare perché indica come, laddove la Authority e in generale il quadro regolatorio siano di altro profilo, il settore diventi naturalmente attrattivo per investimenti privati. Un migliore allineamento tra pubblico e privato può portare quindi indubbi benefici al Paese".
In cima alla lista dei fattori che frenano la competitività delle infrastrutture italiane, emerge dal report di EY, ci sono i vincoli burocratici (76%) e l'incertezza politica e normativa (74%). A pesare inoltre sulla fiducia degli investitori sono il rischio di contenzioso (46%) e la stagnazione del PIL (22%).
Secondo la maggioranza degli intervistati, la qualità delle infrastrutture italiane è in linea con la media d'Europa. Ciò vale particolarmente per il settore dei Trasporti, sopra la media europea per il 10% degli intervistati o in linea con la media per il 61%. Segue l'Energy, giudicato qualitativamente in linea con l'UE dal 66% degli intervistati, e lodato da un buon 19% del campione che lo considera migliore rispetto alla media europea.
(Foto: American Public Power Association on Unsplash)
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