Ex Ilva, ArcelorMittal e commissari al lavoro per fermare lo spegnimento dell'Altoforno2 chiesto dalla Procura. Anche Di Maio in campo

Lo stabilimento di Taranto dell'ex Ilva
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Mercoledì 10 Luglio 2019, 16:24 - Ultimo aggiornamento: 11 Luglio, 20:27
Ottenere la sospensione dell'ordine di speglimento dell'Altoforno2 dell'ex Ilva arrivato dalla Procura di Taranto. è questa la priorità delle prossime ore per i commissari del gruppo sideurgico, per i vertici di ArcelorMittal  ma anche per il ministro dello Sviluppo economico, Luigi Di Maio. In gioco c'è il cuore della produzione dell'Ex Ilva, ma soprattutto il lavoro di 11.000 persone legato di fatto a una linea produttiva così cruciale per l'acciao del gruppo. Dunque, i legali di ArcelorMittal hanno avviato «lo studio sulle ipotesi» di iniziative, eventualmente anche congiunte con l'amministrazione straordinaria dell'ex Ilva, per affrontare l'ordine di spegnere l'Altoforno 2, giunto ieri dalla Procura. Una richiesta congiunta delle due realtà aziendali dovrebbe già essere sul tavolo della magistratura, secondo alcune fonti. per ottenere una sospensiva Lo stesso ministro Di Maio si era detto pronto a seguire da vicino la questione. E non è escluso, dunque, una mossa del governo che accompagni una nuova serie di impegni per la sicurezza da parte della stesa ex Ilva e di Arcelor Mittal.
La disposizione della Procura di Taranto è effetto del rigetto deciso dal Gup nei giorni scorsi per una istanza di dissequestro dell'Altoforno 2 dove, nel 2015, morì un operaio, travolto da una colata incandescente.
Nell'ambito dell'inchiesta sull'incidente, infatti, l'Afo 2 venne sottoposto a sequestro preventivo e lo è tutt'ora. Come detto l'Afo 2 rappresenta uno dei tre altoforni del siderurgico di Taranto. Il suo spegnimento condizionerebbe dunque significativamente la capacità di produzione dello stabilimento. Pelo stesso motivo nel 2015 il governo Renzi intervenne con un decreto per permetterne  la
«facoltà d'uso» poi impugnato davanti alla Corte Costituzionale.
L'altro fronte aperto per il polo di Taranto riguarda lo stop all'immunità legale per i vertici ArcelorMittal prevista dal Decreto Crescita a partire dal 6 settembre. Un passaggio inaccettabile per ArcelorMittal che però nel corso dell'incontro al Mise del 9 luglio hanno incassato la disponibilità dello stesso Di Maio a trovare una soluzione per lo scudo fiscale, purchè questo sia legalo alla realizzazione del solo piano Ambientale del gruppo. 
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