Ex Alcoa, Di Maio snobba il tavolo e
la riunione finisce con un nulla di fatto
I lavoratori: sit-in ad oltranza

Ex Alcoa, Di Maio snobba il tavolo e la riunione finisce con un nulla di fatto I lavoratori: sit-in ad oltranza
di Giusy Franzese
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Giovedì 9 Maggio 2019, 18:33 - Ultimo aggiornamento: 19:57
Nulla di fatto all'incontro di oggi per la SiderAlloys di Portovesme (ex Alcoa). Il nodo principale da sciogliere per far ripartire l'azienda era il costo dell'energia, ed è rimasto intatto per il momento. Il governo ha proposto un aggiornamento al 12 giugno, ma i lavoratori - oltre cento - arrivati di buon mattina dopo la traversata con il traghetto, considerano la data «inaccettabile» e hanno deciso di continuare ad oltranza il sit-in fuori dal ministero. 
 All'incontro non era presente il ministro Luigi Di Maio, che ha delegato  il sottosegretario Crippa e il vice capo di gabinetto Sorial. C'erano il presidente della Regione Sardegna, Solinas, le organizzazioni sindacali nazionali e territoriali di Fim, Fiom e Uilm, rappresentanti dell'Enel. «Nessun passo in avanti compiuto dal tavolo - commenta Mirco Rota, coordinatore nazionale Fiom per la siderurgia - con addirittura un aggiornamento per i temi che riguardano energia e ammortizzatori sociali a giugno». Per quanto ci riguarda, aggiunge Rota, «si tratta di una vera e propria provocazione. I lavoratori, in presidio da questa mattina in via Molise, non se ne andranno fino a che non riceveranno delle risposte alle questioni oggi sospese: il riavvio dello smelter con la presentazione del piano industriale da parte di SiderAlloys, i nodi del costo dell'energia e degli ammortizzatori sociali».
Per i sindacati e i lavoratori è indispensabile che la ripartenza della produzione di alluminio primario avvenga al più presto. Il nodo principale da sciogliere è quello del costo dell'energia. Ma sul punto non si è trovata ancora una soluzione. In un tavolo ristretto (governo-Enel-Sider Alloys) relativamente agli accordi presi lo scorso anno è emerso che il costo dell'energia sarebbe più alto di 15 euro a MW che per la fabbrica di Portovesme significherebbero 30 milioni di euro su base annua. Il governo ha chiesto di studiare soluzioni alternative e, in particolare all'azienda, di rivedere alcuni numeri. «Siamo disponibili ad affrontare il problema da subito ma bisogna fare in fretta - dice Franco Meloni, direttore del personale della Sider Alloys - se ci riconvocano stanotte, noi siamo qui a Roma». Il nodo energia è fondamentale per un'azienda «energivora» quale quella dell'alluminio primario per la quale il 42% dei costi riguarda questo fondamentale tassello.
«Basta con le promesse, è l'ora del rispetto degli impegni
» dice Roberto Forresu della Fiom-Cgil Sardegna. «II governo - continua - ha deluso le aspettative, purtroppo non ha colto la dimensione di questa emergenza: noi abbiamo necessità che il revamping parta subito, ma questo può avvenire solo attraverso condizioni garantite dal punto di vista del costo dell'energia». Intanto i 120 lavoratori continueranno il sit-in ad oltranza. «Abbiamo preso questa decisione visto l'esito del vertice - dichiara Rino Barca di Cisl Metalmeccanici - non abbiamo avuto alcuna risposta sulla risoluzione del problema dell'energia e del riavvio della fabbrica».  Unica nota positiva: è stato firmato il decreto della Corte dei conti che permetterà ai lavoratori di ricevere l'ammortizzatore sociale.
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