Governo pronto a lanciare un attacco senza precedenti agli evasori fiscali. Ma serve l'ok del Garante della privacy, che sarebbe ormai in dirittura d'arrivo L'Agenzia delle Entrate ha tra le mani, da diversi anni, un'arma potentissima contro i furbetti che nascondono le tasse allo Stato. Vale a dire utilizzare l'enorme mole di informazioni immagazzinate nelle banche dati (immobili compresi quelli di lusso, redditi, automobili, imbarcazioni, rapporti finanziari e molto altro) per individuare e poi colpire i contribuenti che dimostrano un tenore di vita sproporzionato rispetto all'esistenza che conducono e, soprattutto, alla dichiarazione dei redditi che inviano all'amministrazione. In pratica, il fisco punta ad incrociare questi dati in suo possesso per ricostruire la reale consistenza patrimoniale rispetto a quanto dichiarato e vanno per poi far partire i controlli e invitare i contribuenti a mettersi in regola.
IL PNRR
Nel Pnrr questo schema è tra i punti più importanti della strategia sulla lotta all'evasione ma c'è da tener conto della tutela della privacy.
I PUNTI
Le linee guida del provvedimento sono già state messe a punto. Alla fine del 2021 l'Authority ha dato un parere favorevole alla prima versione del decreto attuativo chiedendo però alcune modifiche. Ad esempio è stato richiesto che i contribuenti finiti sotto la lente d'ingrandimento del fisco vengano avvertiti (una sorta di decreto di inizio indagini) del trattamento dei dati contenuti nell'Archivio dei rapporti finanziari e della possibilità di chiederne conto. Una possibilità che era prevista dal decreto solo per coloro che, risultando ad alto rischio, finiranno nel cosiddetto dataset di controllo e riceveranno quindi dalle Entrate una lettera di conformità in cui si chiede conto delle discrepanze rilevate. Estenderla a tutti secondo il Mef sarebbe stato proibitivo dal punto di vista degli adempimenti burocratici. E indice di un eccesso di formalismo, considerato che le attività di prevenzione e contrasto dell'evasione fiscale sono state inserite nel Codice privacy tra gli obiettivi di interesse pubblico rilevante che giustificano alcune limitazioni al diritto del singolo alla protezione dei dati.
L'INTESA
Su questo elemento sembra ormai esserci un accordo tra governo e Autority. Il cui via libera, per il premier Mario Draghi è fondamentale in quanto l'utilizzo delle tecniche più sofisticate di analisi dei dati potrebbe segnare, secondo i tecnici fiscali un punto di svolta.
E questo soprattutto in un campo: quello della lotta all'evasione da omessa fatturazione che si concretizza con il consenso tra due operatori economici o tra venditore e acquirente.
IL NODO FATTURE
Si tratta delle cosiddette frodi carosello: casi in cui la fattura non viene emessa, solitamente in cambio di uno sconto corrispondente. Una strategia che costa all'erario miliardi di evasione Iva. È ovvio che in questi casi non c'è fatturazione elettronica che tenga. Ma ricostruendo i flussi di redditi, consumi e risparmi l'amministrazione fiscale e le Fiamme Gialle potranno facilmente individuare chi ha accumulato troppo rispetto al dichiarato e attivare così in breve tempo la macchina degli accertamenti.