Fisco, i giovani commercialisti: «Daspo? Non siamo teppisti da stadio»

Evasione fiscale, i giovani commercialisti: «Daspo? Non siamo teppisti da stadio»
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Venerdì 4 Ottobre 2019, 14:44
Crisi d’impresa, ma anche il punto sulla protesta per gli indici Isa e ora l’idea del Movimento 5 Stelle di «sospendere temporaneamente o definitivamente l’attività di un professionista abilitato, in caso di certificazione di crediti tributari inesistenti» da includere nella manovra economica. «Una specie di Daspo», commenta Daniele Virgillito, presidente del sindacato Unione giovani commercialisti (Ungdcec) durante il convegno annuale sulla crisi d’impresa, che si svolge alla Camera di Commercio di Chieti fra oggi e sabato 5 ottobre.

«Mancava solo che venissimo equiparati ai teppisti da stadio, considerati una sorta di ultras dell’evasione», protesta Virgillito. «L’avvocato del popolo criminalizza l’intera categoria dei commercialisti, proponendo una sospensione dalla nostra attività con il subdolo obiettivo di recuperare sette miliardi per disinnescare l’aumento dell’Iva, anche se ora sembra che la nostra indignazione si sia fatta sentire tanto forte che il governo sta già facendo marcia indietro», accusa il presidente Ungdcec. «Ormai siamo ridotti ad agenti dello Stato pagati dai clienti: a questo punto non ci resta che fare parcella all’Agenzia delle Entrate», dice ancora Virgillito, invitando dal palco gli oltre 1.500 professionisti accorsi da tutta Italia, «a raccogliere le firme per una class action».

Sono molti e scottanti i temi all’ordine del giorno sul tavolo dell’incontro che ha il patrocinio di Regione Abruzzo e Comune di Chieti, del Consiglio nazionale dei dottori commercialisti e dell’Universitas Mercatorum. Al centro del dibattito la professione del commercialista alla luce della Riforma della legge fallimentare per la tutela della continuità aziendale, in base al decreto legislativo numero 14 del 2019, in vigore dal prossimo 15 agosto.

Secondo Virgillito: «La crisi d’impresa rappresenta un’ottima opportunità per noi» e alla presenza di magistrati, economisti, imprenditori e altri esponenti di spicco del settore, illustra la sua ricetta per contribuire al risanamento delle aziende italiane che, in 90 mila, dovranno dotarsi entro il prossimo 16 dicembre di appositi organi di controllo. La riforma, basata sull’emersione anticipata della crisi, parla dell’esigenza per ogni attività di un supporto professionale atto a implementare e garantire la qualità dei processi e dei controlli interni. «E chi meglio di un commercialista può incarnare questo ruolo?», chiede il leader dell’Ungdcec, auspicando un cambiamento nella mentalità comune.

«Il giovane commercialista è dotato di competenze tecniche specifiche nell’ambito della revisione e della vigilanza e possiede flessibilità tali da rappresentare un insostituibile supporto in questo contesto», sottolinea il presidente dell’Unione giovani commercialisti, che con i suoi oltre 10 mila iscritti (tutti under 43) e 21 sedi in tutta Italia, è il sindacato più rappresentativo della categoria.

«La nostra attività può contribuire a cogliere prontamente i primi sintomi della crisi, a ridurre la mala gestio da parte di amministratori spesso impreparati a operare in questi contesti, alla redazione di piani di soluzione che siano credibili, coerenti e fattibili per il miglior soddisfacimento dei creditori - prosegue -. Ci troveremo ancor più a stretto contatto con la governance dell’impresa e, per affrontare la sfida dei nuovi organi di controllo, dovremo sviluppare nuove competenze: bisognerà, ad esempio, saper analizzare i dati di mercato e fare benchmark tra i vari competitor».

I giovani professionisti saranno sempre più chiamati a svolgere una molteplicità di funzioni: in qualità di consulenti d’impresa, di organi di controllo e di componenti dei nuovi organismi di composizione della crisi. «Non saremo più etichettati come esperti solo in materia fiscale – sottolinea Virgillito - ma riconosciuti come consulenti per il risanamento delle aziende». Certo, precisa il presidente Ungdcec, «dovremo da un lato fare squadra per mezzo delle aggregazioni, dall’altro investire in nuove competenze e digitalizzazione».

Durante i lavori del convegno, corredato da tre tavole rotonde e numerosi focus operativi, si è discusso anche degli Isa: Indici sintetici di affidabilità fiscale emanati dal ministero dell’Economia per controllare l’evasione, sui quali i commercialisti di tutta Italia (120 mila iscritti all’Ordine) stanno protestando da settimane: «La promessa di un tavolo tecnico è la solita presa in giro: non siamo più disposti a cadere nel tranello degli annunci, ma continueremo a oltranza la nostra protesta, finché non avremo una vera semplificazione fiscale: una promessa finora mai mantenuta, tanto che dal 2015 a oggi sono stati introdotti 53 nuovi e spesso ridondanti adempimenti», annuncia il presidente Ungdcec che, insieme alle altre otto sigle sindacali dei commercialisti, ha indetto la prima effettiva forma di astensione nella storia della categoria. «Abbiamo avviato questa iniziativa non contro qualcuno – precisa Virgillito - ma a difesa dell’equilibrio del sistema: il problema degli Isa non è, come si legge nella risposta del Mef, la complessità di cui peraltro nessuno si è lamentato, ma la mancanza di attendibilità e affidabilità dei dati».
 
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