"Nel corso della mia presidenza lavorerò con tutti per capire come la nostra valuta comune possa essere il fondamento per ripondere e superare queste grandi sfide" ha commentato il neo presidente nella conferenza stampa al termine della riunione.
Il liberale Donohoe è un candidato considerato più neutrale nella partita del Recovery fund. Un'elezione che segna anche una svolta politica dal momento che il nuovo presidente è della famiglia dei popolari che da mesi spingono per avere quella posizione, finora nelle mani dei socialisti con il portoghese Centeno.
Donohoe, 45 anni, ministro delle finanze da tre anni, è considerato un gestore prudente del bilancio, che ha riportato il suo Paese all'interno delle regole europee dopo una profonda recessione. È anche considerato il rappresentante di una storia di successo dal momento che l'Irlanda è uno dei Paesi che chiesero gli aiuti europei e che fu sottoposto alla cura della vecchia troika da cui però uscì più forte, con una crescita sempre più alta della media Ue.
La prima sfida per Donohoe arriverà già dopo la pausa estiva, quando si comincerà a parlare del ripristino del Patto di Stabilità, attualmente sospeso in via temporanea. I nordici spingono per tornare alle regole di prima non appena l'emergenza sarà finita, mentre gli altri vorrebbero prendere tempo, magari aspettando di ridiscutere quelle stesse regole, come vorrebbe il commissario all'economia Paolo Gentiloni che aveva lanciato la revisione del Patto a febbraio, pensando di finire la discussione entro l'anno.
Nella battaglia fra i due schieramenti di Nord e Sud, la presidenza di un popolare sarà, senza dubbio, improntata all'applicazione rigida delle regole di bilancio fornendo un assist ai primi.
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