L'euro digitale parte da Frascati, al Centro Donato Menichella: svolta della Bce

L'euro digitale parte da Frascati, al Centro Donato Menichella: svolta della Bce
di Roberta Amoruso
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Lunedì 23 Novembre 2020, 06:55 - Ultimo aggiornamento: 15:33

ROMA L'euro digitale nascerà a Frascati. Per ora è solo un'ipotesi, ma potrebbe essere un passaggio obbligato quello di sfruttare la piattaforma Tips (Target instant payment settlement) per i pagamenti istantanei di Bankitalia, una macchina già rodata partita nel 2018 in un polo di eccellenza come il Centro Donato Menichella, per stringere i tempi di una svolta epocale che stia al passo con l'aumento della domanda di pagamenti elettronici. Entro 3-4 anni potremmo, infatti, avere tutti un conto corrente in euro digitale presso la Banca centrale europea, accanto ai conti con euro cartacei presso le banche commerciali dell'Ue, e utilizzarlo anche per fare pagamenti via smartphone.

A disegnare questo scenario è lo stesso istituto di Francoforte. Lo ha ribadito la presidente Christine Lagarde nei giorni scorsi. E lo ha confermato il vicepresidente Luis De Guindos: «Non è più un'opzione, è un obbligo, che sarà disponibile in tre o quattro anni». Certo, non sono pochi i nodi ancora da sciogliere, tra gli effetti sulla raccolta bancaria, le preoccupazioni sulla sicurezza, in tema di riciclaggio e finanziamento al terrorismo, e la privacy. Lo ha sottolineato anche Fabio Panetta, membro del Comitato esecutivo dell'Istituto centrale e presidente della task force in prima linea sul dossier.


Non si tratta di una criptovaluta


L'obiettivo è arrivare a una nuova forma di moneta che offra ai cittadini gli stessi servizi dell'euro, ossia l'accesso gratuito a un mezzo di pagamento di facile utilizzo, accettato da tutti, affidabile e privo di rischi. Non si tratta di una criptovaluta, sia chiaro. L'emissione da parte della Bce è una garanzia rispetto l'opaco sistema blockchain che tanto si presta al riciclaggio.

Ma l'euro digitale è in qualche modo una risposta alla potenziale concorrenza derivante dall'offerta di contante digitale da parte di Paesi stranieri attraverso le rispettive banche centrali, Cina in testa, o da parte di privati, sotto forma di stable coins, come la Libra di Facebook.

Non solo. Una moneta digitale può essere utile se i cittadini «divenissero riluttanti al contante», spiega la Bce, o se «eventi estremi, calamità naturali o pandemie, rendessero inutilizzabili altri mezzi di pagamento». Uno scenario che non si può escludere di questi tempi.

La regia nella Capitale


Se tutto ciò è vero, non è di poco conto se la Bce può contare su una piattaforma già collaudata per migliaia di transazioni digitali e che ha il cuore a Roma, nel Centro Bankitalia di Frascati. È stato lo stesso Panetta a sottolineare nell'ultimo rapporto della task force come «possiamo sfruttare l'esperienza maturata con progetti che ci collocano in prima linea sul fronte dei pagamenti», come il Tips, «gestito dall'Eurosistema, che consente ai cittadini Ue di trasferire fondi in tempo reale, 24 ore su 24, 365 giorni all'anno». Basta solo potenziarne la struttura.


Come funziona oggi? Passano da qui, dal Centro Donato Menichella (lo stesso che fa girare le piattaforme per i pagamenti interbancari all'ingrosso, il Target2), circa 2mila pagamenti al secondo e 43 milioni di transazioni al giorno mediante i conti detenuti dalle banche coinvolte presso le rispettive banche centrali. Un perfetto esempio di sostituzione del contante (cash without cash) con transazioni istantanee offerte ai clienti aderenti al Tips: ogni transazione costa 0,2 centesimi di euro e basta 1 euro per regolarne 500. A gennaio si concluderà la consultazione pubblica avviata a ottobre. E a metà 2021 il Governing Council Bce deciderà come andare avanti. Ma la rotta sembra tracciata.

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