Euro in picchiata: ora vale meno del dollaro. Gli analisti: «È solo l'inizio»

Pesano i timori per il caro- gas, la recessione e una Fed "falco"

Euro in picchiata: ora vale meno del dollaro. Gli analisti: «È solo l'inizio»
3 Minuti di Lettura
Lunedì 22 Agosto 2022, 19:37

L'euro in picchiata scende a un valore inferiore rispetto al dollaro. Un euro vale 0,9938 dollari: il minimo storico dal 2022. E secondo gli analisti è solo l'inizio di una parabola discendente. A scatenare la bufera sulla moneta unica, che in un giorno ha perso l'1% del suo valore sono i timori per la crisi del gas in Europa, la paura di una recessione e di una Federal Reserve pronta a dare battaglia, sempre più "falco".  

Per gli analisti è «L'inizio della discesa»

Morgan Stanley prevede infatti che l'euro cali a 0,97 dollari nel trimestre in corso, mentre Nomura stima 0,975 dollari entro la fine di settembre per poi possibilmente scendere a 0,95 o sotto.

A pesare, come detto, è la corsa dei prezzi del gas che potrebbe provocare una recessione economica e far salire l'inflazione, costringendo la Bce a alzare i tassi per combattere il fenomeno. 

Attesa per le mosse della Federal Reserve americana 

Accanto ai timori per la crisi energetica c'è un altro fattore che gioca un ruolo scatenante per i mercati ovvero l'atteso appuntamento del discorso di Jerome Powell, presidente della Federal Reserve Americana durante il consueto meeting dei banchieri centrali a Jackson Hole. Il destino dell'Euro è infatti legato a doppio filo alle mosse che il presidente della Fed indicherà in quell'occasione, cercando di riallineare le aspettative dei mercati finanziari. La paura è che la Fed giochi al rialzo, spingendo una politica monetaria restrittiva, rialzando i tassi, per combattere l'inflazione e riportare i prezzi all'obiettivo del 2%. 

«L'euro è particolarmente suscettibile a una revisione delle aspettative per la Fed, considerata la posizione più da colomba assunta dalla Bce», osservano alcuni analisti. A chiedere alla Federal Reserve l'invio di un messaggio chiaro ai mercati ma soprattutto agli americani è l'ex segretario al Tesoro Larry Summers, secondo il quale la banca centrale dovrebbe chiaramente dire che contro l'inflazione imporrà una politica monetaria «restrittiva» che farà salire la disoccupazione.

«La mia maggiore paura è che la Fed continui a suggerire di poter aver tutto in termini di bassa inflazione, bassa disoccupazione ed economia in salute», dice Summers ai microfoni di Bloomberg, spiegando come continuare a suggerire di poter raffreddare i prezzi senza imporre alcuna sofferenza potrebbe creare «ulteriori danni» alla reputazione della stessa Fed.  

© RIPRODUZIONE RISERVATA