Eni, il calo dei prezzo del petrolio manda in rosso i conti: nel primo trimestre perdita a 2,9 miliardi

Eni, il calo dei prezzo del petrolio manda in rosso i conti: nel primo trimestre perdita a 2,9 miliardi
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Venerdì 24 Aprile 2020, 09:45 - Ultimo aggiornamento: 25 Aprile, 10:04
Eni chiude il primo trimestre dell'anno con una perdita netta di 2,93 miliardi di euro (dall'utile di 1,1 miliardi del primo trimestre del 2019) determinata - si spiega nella nota - principalmente dall'allineamento del valore delle scorte ai prezzi correnti. L'utile netto adjusted è pari a 59 milioni di euro (-94%).

Nel primo trimestre l'utile operativo adjusted si attesta a 1,31 miliardi, in calo di 1 miliardo (-44%), rispetto al trimestre 2019. Al netto dell'effetto scenario di -1,1 miliardi e degli impatti del COVID-19 di -0,15 miliardi -si evidenzia - la performance è stata positiva per 0,2 miliardi (+16%). 

Gli investimenti netti sono pari a 1,9 miliardi, finanziati interamente dal flusso di cassa ante variazione circolante al costo di rimpiazzo. L'indebitamento finanziario netto è di 18,7 miliardi, in aumento di circa 1,6 miliardi (+9%) rispetto al 31 dicembre 2019.

Il settore exploration and production registra un utile operativo adjusted di 1,04 miliardi (-55%) «riferibile quasi
interamente al peggioramento dello scenario e, in parte contenuta, alle minori produzioni». Nel Gas & Power l'utile
operativo adjusted sale a 0,43 miliardi (+29%), incremento che «beneficia delle azioni di ottimizzazione del portafoglio degli assetin un mercato volatile e della crescita del business retail». Nel Refining & Marketing e Chimica, infine, l'utile operativo adjusted sale a 81 milioni (quasi +200%), «in netta ripresa - si sottolinea - avendo più che assorbito i primi segnali di contrazione dei consumi legata alla pandemia».

«Eni ha prontamente definito le proprie risposte allo scenario di crisi in atto rivedendo il piano industriale per il 2020 ed il 2021 con l'obiettivo di salvaguardare la solidità del proprio bilancio», si legge nella nota diffusa dopo il cda che ha approvato i risultati del trimestre. Sulla base del nuovo quadro macroeconomico Eni ha aggiornato anche le previsioni del prezzo Brent riducendole a 45 e a 55 dollari al barile per il 2020 e per il 2021.

«Il periodo che stiamo vivendo dallo scorso marzo è per l'economia mondiale il più complesso degli ultimi 70 anni e oltre. Per l'industria energetica, ed in particolare per l'Oil&Gas, la complessità è ancora maggiore dato il sovrapporsi degli effetti della pandemia al crollo del prezzo del petrolio», ha spiegato l'amministratore delegato Claudio Descalzi, aggiungendo che la società sta affrontando questo periodo con un «portafoglio di business che mostra di essere resiliente come mai in passato, mentre la struttura patrimoniale è molto solida, frutto del lavoro fatto negli ultimi anni. Lo stato patrimoniale - ha aggiunto - gode di un bilanciamento ottimale ma soprattutto della disponibilità di 16 miliardi di euro di liquidità che consentiranno al Gruppo di gestire con agio la contrazione dell'attività dovuta a prezzi e pandemia».
 
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