Eni, rosso di 8 miliardi nel 2020 per il calo del prezzo del petrolio. Obiettivo emissioni zero nel 2050

Eni, rosso di 8 miliardi nel 2020 per il calo del prezzo del petrolio. Obiettivo emissioni zero nel 2050
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Venerdì 19 Febbraio 2021, 08:00 - Ultimo aggiornamento: 18:25

Eni chiude il 2020 in rosso, ma resiste alla crisi che ha colpito fortemente il settore e punta tutto sulla sostenibilità, con l'obiettivo zero emissioni al 2050. A tracciare il volto sempre più 'green' del colosso energetico è il nuovo Piano strategico 2021-24, che prevede miglioramenti anche per gli azionisti, con un dividendo in crescita di circa l'8% rispetto alla precedente politica di remunerazione. La Borsa premia il titolo, che chiude a +1,1% a 9,19 euro.

Eni guarda dunque al futuro lasciandosi alle spalle un anno nero. Chiuso con una perdita netta di 8 miliardi e un risultato adjusted di -0,74 miliardi. La produzione è calata a 1,73 milioni di barili di olio equivalente al giorno (-7%), anche se in linea con la guidance ridefinita dopo lo scoppio della pandemia. Ma i segnali di tenuta ci sono: nel quarto trimestre, infatti, con il Brent stabile a 44 dollari, si è avuto un ritorno in utile, con il risultato adjusted positivo per 66 milioni.

«Nell'anno più difficile nella storia dell'industria energetica, Eni ha dato prova di grande forza e flessibilità, rispondendo con prontezza allo straordinario contesto di crisi e progredendo nel processo irreversibile di transizione energetica», sintetizza l'ad Claudio Descalzi, sottolineando come nell'affrontare il covid Eni abbia «reagito in maniera rapida», trovando nella società «le risorse e le flessibilità per superare la crisi». In questo contesto il cda, che ha esaminato i conti, ha confermato la proposta all'assemblea (che si riunirà il 12 maggio) di un dividendo 2020 pari a 0,36 euro per azione, di cui 0,12 euro versati in sede di acconto a settembre 2020. Ora si guarda avanti, puntando ad accelerare la trasformazione.

«Eni rimane fortemente impegnata a ricoprire un ruolo chiave nella sostenibilità e nell'innovazione, promuovendolo lo sviluppo sociale ed economico in tutte le sue attività», spiega Descalzi illustrando alla comunità finanziaria la strategia per i prossimi quattro anni che ha l'obiettivo di «raggiungere la totale decarbonizzazione di tutti i nostri prodotti e processi entro il 2050».

Il nuovo piano strategico migliora dunque l'obiettivo sulle emissioni (lo scorso anno l'obiettivo era finalizzato al raggiungimento della riduzione dell'80% di emissioni assolute al 2050), con il gas che a lungo termine rappresenterà oltre il 90% della produzione della società, ma prevede anche la fusione dei business retail e rinnovabili con l'obiettivo di accelerare la crescita dei clienti da 11 a 15 milioni, aumentare la capacità installata da rinnovabili a 15GW al 2030 e raddoppiare l'ebitda proforma a circa 1 miliardo al 2024.

La produzione di Eni crescerà a una media di circa 4% all'anno nell'arco del piano e durante il quadriennio saranno completati 14 grandi progetti, che rappresenteranno oltre il 70% della nuova produzione, localizzati in Angola, Indonesia, Messico, Mozambico, Norvegia ed Emirati Arabi Uniti. La strategia finanziaria prevede un capex medio annuo a 7 miliardi di euro, dei quali oltre il 20% è destinato a progetti green e Gas and power.

Eni migliora anche la politica retributiva per gli azionisti («per definire un percorso chiaro», spiega l'ad), prevedendo un dividend floor di 0,36 euro per azione con Brent a 43 dollari al barile rispetto al precedente livello di 45 dollari al barile e prevedendo che un programma di buyback di 300 milioni di euro l'anno sarà riattivato con il Brent a 56 dollari al barile, un livello inferiore rispetto alla soglia di attivazione precedente. «Il nostro piano è concreto, dettagliato, economicamente sostenibile e tecnologicamente realizzabile», sintetizza Descalzi, precisando che nel piano non ci sono fondi specifici per il Recovery plan, ma ci sono vari progetti, con cui «potremo accelerare la transizione, soprattutto in Italia». 

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