Energie rinnovabili, sale dal 32% al 42,5% la quota di elettricità che dovrà essere prodotta da fonti green entro il 2030. Le questioni nucleare e idrogeno

Accordo nella notte dopo l'ultimo incontro durato 15 ore

Energie rinnovabili, sale dal 32% al 42,5% la quota di elettricità che dovrà essere prodotta da fonti green entro il 2030. Le questioni nucleare e idrogeno
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Giovedì 30 Marzo 2023, 08:23 - Ultimo aggiornamento: 15:00

Energie rinnovabili, sale la quota che dovrà essere prodotta. Dopo 15 ore di negoziato, le istituzioni Ue hanno raggiunto un accordo sulla nuova direttiva per promuovere e regolamentare le energie rinnovabili. Lo annuncia con un Tweet la presidenza svedese dell'Ue.

«Accolgo con favore l'accordo provvisorio con il Parlamento e il Consiglio su una serie rafforzata di norme sulle energie rinnovabili. Abbiamo raggiunto un compromesso ambizioso. La nuova direttiva rinnovabili è un passo importante nella realizzazione del Green Deal e del RePower Eu». Così in un tweet la Commissaria europea all'energia Kadri Simson.

L'accordo sulla nuova direttiva aumenta al 42,5% l'obiettivo Ue al 2030 per la quota di consumi finali di energia elettrica che dovranno essere coperti da fonti rinnovabili.

Lo ha reso noto Markus Pieper (Ppe, Germania) relatore del provvedimento per l'Europarlamento. Il contributo obbligatorio delle rinnovabili sale non solo rispetto all'attuale 32%, ma anche a quanto proposto dalla Commissione nel pacchetto clima del 2021 (40%). Con il RePower EU l'Esecutivo Ue aveva proposto il 45%. Tra gli altri elementi dell'accordo secondo Pieper, c'è l'accelerazione dei permessi. La produzione di energia da biomassa resterà rinnovabile al 100%. «Un buon giorno per la transizione energetica dell'Europa», commenta l'eurodeputato tedesco.

La trattativa

Il negoziato interistituzionale tra Parlamento e Consiglio, mediato dalla Commissione europea (in gergo "trilogo"), sulla revisione della Direttiva sulle energie rinnovabili (RED), uno dei principali dossier del pacchetto sul clima ’Fit for 55’ è stato portato avanti ad oltranza nel settimo e ultimo incontro negoziale.

Ed è in questo fascicolo legislativo che la Francia ha spinto per riconoscere il ruolo del nucleare come fonte a basse emissioni che puo contribuire agli obiettivi delle rinnovabili. La RED, risalente al 2018, regola la quota di energia che dovrebbe provenire da fonti rinnovabili come il sole, il vento o l’acqua e prevede un obiettivo di ottenere almeno il 32% della sua energia da fonti rinnovabili entro il 2030.

A luglio 2021 nel ’Fit for 55’ la Commissione europea ha proposto di portare la quota al 40%, per poi proporre di alzarla ancora al 45% a maggio 2022, nel pieno della crisi energetica. Gli Stati membri propongono di lasciare l’obiettivo al 40% entro il decennio, mentre l’Europarlamento (come la Commissione) vuole portarlo al 45%. Realisticamente, un obiettivo del 45% sembra difficile da raggiungere, piu probabile che venga fissato un obiettivo del 42-43% come obiettivo vincolante dell’Ue. Oltre all’obiettivo generale, a Bruxelles si negozia sui target settoriali per l’industria. Ed e qui che la Francia sta facendo pressioni per includere fonti di energia a basse emissioni - in particolare, di idrogeno low carbon (che per Parigi significa prodotto da nucleare) - negli obiettivi europei rinnovabili in alcuni settori industriali. Parigi propone anche che il divario di ambizione tra l’obiettivo del 40% e del 45% possa essere raggiunto con le fonti «low carbon».

Da mesi ormai la Francia porta avanti una battaglia per l’inclusione dell’energia dell’atomo in alcuni dei principali dossier legislativi in tema di energia. Solo che non trova una vera e propria maggioranza in seno al Consiglio. Proprio sulla revisione della Direttiva in questione, Austria, Lussemburgo, Germania, Danimarca, Spagna, Portogallo e Irlanda hanno scritto una lettera alla Commissione europea perche la direttiva sulle energie rinnovabili continui a includere solo le energie rinnovabili. Il delicato nodo del nucleare equiparato alle rinnovabili è finito ieri in agenda alla riunione degli ambasciatori dei 27 Stati membri Ue.

Si è cercato di trovare un compromesso per arrivare al negoziato con l’Europarlamento il piu possibile con un fronte unito da parte del Consiglio. Ma questa unita non c’è. La presidenza di Stoccolma ha raccolto le posizioni degli Stati membri e spera di poter raggiungere un accordo con il Parlamento nel negoziato di questa sera. «Siamo ben consapevoli di avere davanti a noi un compito molto complesso», ha riferito una fonte.

L'altro ieri il ruolo del nucleare e stato dominante anche al Consiglio Energia, dove i ministri hanno adottato l’orientamento generale del Consiglio sul pacchetto «gas» (una direttiva e un regolamento), ma si sono trovati divisi sull’inclusione dell’idrogeno a basso contenuto di carbonio, su cui spinge la Francia per il riconoscimento dell’idrogeno da fonte nucleare.

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