Energia, non passa la linea Gentiloni sul modello Sure: no di Germania e Olanda

Energia, non passa la linea Gentiloni sul modello Sure: no di Germania e Olanda
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Mercoledì 5 Ottobre 2022, 10:00
(Teleborsa) - La riunione dell'Ecofin – il vertice dei ministri dell'economia e delle finanze degli Stati membri dell'Unione europea – ha dato l'ok per adottare il piano elaborato dal Consiglio europeo sul RePowerEU, in base alla quale i fondi destinati al PNRR potranno essere utilizzati per finanziare gli investimenti e le riforme-chiave per raggiungere gli obiettivi del piano energetico europeo. Non passa però la linea Gentiloni sulla possibilità di aiutare i Paesi membri utilizzando uno strumento sul modello del programma Sure anche in chiave energetica. L'idea – emersa dalla dei commissari Paolo Gentiloni e Thierry Breton pubblicata in Italia dal Corriere della Sera – è stata portata al tavolo delle trattative dal ministro delle Finanze francese Bruno Le Maire, sostenuta anche dall'Italia.

Alla riunione dei ministri dell'economia e delle finanze dell'Unione europea si è infatti discusso anche del modo di affrontare la crescita dell'inflazione a livello continentale sostenuta dal consistente aumento dei prezzi per l'energia. La proposta del commissario agli Affari economici Paolo Gentiloni di ricorrere a uno strumento simile a quello di Sure, il programma adottato nel pieno dell'emergenza Covid, non ha però incontrato il favore di Germania e Olanda. "Dobbiamo fare progressi sugli acquisti comuni di gas, dobbiamo cambiare la struttura del mercato elettrico, ma gli strumenti che sono stati utilizzati durante la pandemia non possono essere trasferiti uno a uno" in un contesto di "shock dell'offerta e uno scenario di inflazione", ha dichiarato il ministro tedesco dell'economia Christian Lindner. Per la ministra delle Finanze olandese Sigrid Kaag non è necessario riproporre lo schema del modello Sure: "siamo in tempi incerti, non sappiamo quanto sarà lungo l'impatto" della guerra "sull'inflazione e sull'economia".

I commissari europei Paolo Gentiloni e Thierry Breton, in un editoriale pubblicato in Italia dal Corriere della Sera e in Francia da Los Echos, hanno proposto di riadattare il piano Sure. Un modello che secondo Gentiloni consente di "evitare la frammentazione e aumentare la solidarietà tra Paesi". In serata però, attraverso il portavoce Eric Mamer, è scesa in campo anche la Commissione Ue per prendere le distanze: "Gli editoriali sono iniziative personali dei commissari competenti. Non impegnano la Commissione. La stessa presidente Ursula von der Leyen ha parlato della necessità di soluzioni europee".

La riunione dell'Ecofin ha dato infine l'ultimo semaforo verde per la direttiva sul salario minimo in Ue. La direttiva, già approvata a settembre in via definitiva anche dal Parlamento europeo, entrerà in vigore il ventesimo giorno successivo alla sua pubblicazione nella Gazzetta ufficiale e gli Stati membri hanno due anni per recepirla nel diritto nazionale. Il testo punta a rafforzare il ruolo della contrattazione collettiva, che dovrà arrivare fino all'80%. Non viene invece fissato un salario minimo vero e proprio nell'Ue, e ancor meno un obbligo di introdurlo in Paesi in cui non ci sia già, come l'Italia.

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