Confindustria, economia italiana ferma e investimenti in calo

Confindustria, economia italiana ferma e investimenti in calo
3 Minuti di Lettura
Lunedì 2 Settembre 2019, 16:21
L'economia italiana rallenta, male l'industria e gli investimenti sono in calo. Sono i dati principali emersi dalla congiuntura flash di settembre 2019 del Centro Studi di Confindustria. Nel terzo trimestre l'economia italiana appare ancora debole dopo che nel secondo trimestre il PIL era risultato piatto. Negativi anche i risultati dell'industria, l'indice PMI (Purchasing Managers’ Index) registra una flessione dell’attività nei mesi estivi. La produzione è calata a luglio dello 0,3% ed è attesa in lieve recupero in agosto. 

Anche gli investimenti non segnano risultati positivi. Gli indicatori annunciano una flessione nel terzo  trimestre (+1,9% nel 2°). Gli ordini interni dei produttori di beni strumentali sono scesi a livelli molto bassi a luglio e agosto. La fiducia delle imprese manifatturiere è calata ancora in agosto e ha raggiunto i valori del 2015. 

Sono migliorati, invece, i servizi e i consumi. Per quanto riguarda i primi il PMI è ulteriormente salito a luglio, in area di espansione (51,7), dopo che fatturato e valore aggiunto erano tornati a crescere nel secondo trimestre. I dati qualitativi, invece, segnalano un moderato incremento degli occupati nei servizi, non nell’industria. I consumi, invece, dopo un secondo trimestre a crescita zero gli ordini interni hanno recuperato nei mesi di luglio e agosto, anche se con bassi valori. La fiducia delle famiglie è rimasta su discreti livelli in agosto, dopo il balzo a luglio, dovuto a un maggiore ottimismo sull’economia. L’aumento dell’occupazione (+1,2% nei primi 7 mesi) sostiene il reddito. 

In agosto, inoltre, è proseguita la discesa del tasso sul BTP decennale, fino a 1,01%, una tendenza comune agli altri paesi dell’Eurozona. Tuttavia lo spread sovrano sui rendimenti italiani resta troppo alto: il tasso in Germania è scivolato a -0,74%, in Francia è a -0,42%, in Spagna appena sopra lo zero (0,12%). Lo spread continua a pesare sulla competitività delle aziende italiane, anche se il calo del BTP potrebbe contribuire ad arginare la stretta sul credito in Italia, originata nel 2018 proprio dai tassi alti: i prestiti sono in calo (-0,9% annuo a giugno), con un costo fermo ai minimi (1,4%). 

L'export italiano ha registrato, invece, dei risultati positivi. A giugno le vendite italiane di beni sono continuate a crescere (+1,2%), grazie al buon risultato nei mercati extra-UE (USA, Giappone).  È andato male, però, l’export verso i mercati europei soprattutto verso la Germania.  Fino a giugno le vendite estere sono state trainate solo dai beni di consumo, mentre soffrono i beni intermedi. E le prospettive a breve sono negative: gli ordini manifatturieri esteri sono calati in misura marcata nei mesi estivi. Lo scenario delle esportazioni italiane è peggiorato dal calo del commercio globale (-0,7% nel 2° trimestre). 

Anche per la Germania si prospetta un terzo trimestre molto debole, dopo il lieve calo del PIL nel secondo trimestre. Il deterioramento riguarda soprattutto l'industria e gli scambi esteri. Il PMI manifatturiero è su valori ridotti (43,5 in agosto), mentre reggono i servizi, supportando l’attività totale. La fiducia delle imprese industriali è scesa ai minimi a luglio. Si segnala, inoltre, una frenata nei mercati stranieri.  
Le Borse nei paesi avanzati hanno registrato un lieve ripiegamento in agosto (Germania -3%, USA -2%). Anche il prezzo del petrolio è sceso, a 60 dollari al barile. L’euro, invece, è stabile a 1,11 dollari in agosto, continuando a offrire un sostegno all’export italiano e dell’area. 

Si conferma la frenata dell'economia statunitense (+2,0% annualizzato il PIL nel secondo trimestre). La produzione industriale americana, infatti, a luglio ha registrato un calo. E nel manifatturiero l’indice PMI segnala una contrazione (49,9): non succedeva dal 2009. Dopo il taglio dei tassi a fine luglio, la FED è attesa a un nuovo ribasso a metà settembre.

Per quanto riguarda l'economia cinese, infine, la manifattura è in lieve recupero nel terzo trimestre e migliora la fiducia degli imprenditori, grazie alle agevolazioni fiscali del governo. Quasi ferma, invece, l’industria brasiliana, dove si è verificata la prima lieve contrazione nell’attività dal giugno 2018. Anche la Russia non ha segnato buoni risultati: si contrae sia la produzione che i nuovi ordini. La manifattura in India è l’unica che resta nettamente in fase espansiva. 


 
© RIPRODUZIONE RISERVATA