Governo Draghi, meno tasse ai ceti medi e pensioni flessibili: ecco le prime bozze del piano

Governo Draghi, meno tasse ai ceti medi e pensioni flessibili: ecco le prime bozze del piano
di Luca Cifoni e Rosario Dimito
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Domenica 7 Febbraio 2021, 00:23 - Ultimo aggiornamento: 20:22

Sedici pagine organizzate in una ventina di paragrafi con altrettanti titolini in nero. Non è ancora il programma del governo Draghi, ma una bozza di lavoro nella quale vengono focalizzati i temi che il nuovo esecutivo si troverà davanti, con le soluzioni abbozzate a grandi linee. Soluzioni che riflettono le discussioni di questi giorni ma naturalmente dovranno passare ancora per la complessa mediazione con i partiti; e che quindi sono del tutto aperte a correzioni e integrazioni, anche molto rilevanti. I capitoli però ci sono tutti, dalla salute al fisco, dall’istruzione alle politiche industriali e all’innovazione. Quella sanitaria è naturalmente la prima emergenza da affrontare: alla piena attuazione del piano vaccinale si accompagna la conferma di alcuni interventi già delineati negli ultimi tempi, ma ancora tutti da concretizzare: il rafforzamento della medicina territoriale, la digitalizzazione del sistema, l’aumento degli investimenti e delle assunzioni, il contrasto ai divari territoriali. E proprio su quest’ultimo punto la via indicata è quella del superamento dell’attuale federalismo sanitario, con la possibilità di inserire la “clausola di supremazia” per quanto riguarda il riparto delle competenze.

Il dossier licenziamenti

Un altro dossier caldo che il prossimo governo dovrà prendere in mano è quello del lavoro, con la scadenza del blocco dei licenziamenti fissata al 31 marzo.

Per affrontare questa situazione si ipotizza nell’immediato la differenziazione per settori delle forme di protezione e poi una riforma degli ammortizzatori sociali per garantire una copertura universale e formazione adeguata. Vengono menzionate esplicitamente anche leggi da approvare sia in tema di parità retributiva tra uomini e donne, sia di salario minimo legale, di equo compenso e di rappresentatività delle organizzazioni sindacali e di quelle datoriali. Connesso al tema del lavoro è quello della previdenza: l’idea è lasciar scadere Quota 100 al termine naturale, la fine del 2021, introducendo però flessibilità di uscita nel sistema attraverso il rafforzamento dei altri istituti tra cui Opzione donna (il pensionamento anticipato con calcolo contributivo dell’assegno) e Ape social per le categorie disagiate o impegnate in occupazioni più pesanti. Per quanto riguarda invece il reddito di cittadinanza, dal testo emerge la volontà di rivedere tutto il campo delle politiche attive, facendo interconnettere Anpal, centri per l’impiego e navigator. Allo stesso tempo andrà rafforzata la rete del contrasto alla povertà e all’esclusione sociale.

Grande spazio è dedicato a scuola e ricerca: viene menzionato l’obiettivo di portare il livello complessivo di spesa per l’istruzione dal 3,6 per cento del Pil ad almeno il 5%. In particolare andrebbe potenziata l’offerta degli asili nido e dovranno essere aumentate le risorse per il sostegno e la disabilità, così come il Fondo ordinario per l’università. Per garantire il diritto allo studio negli atenei italiani viene proposta l’estensione della no tax area a beneficio dei nuclei familiari con redditi medio-bassi.

Il capitolo fiscale punta ad un alleggerimento dell’imposizione sui redditi medi e medio-bassi. Concretamente per quanto riguarda l’Irpef il modello da adottare dovrebbe essere quello tedesco, caratterizzato da aliquote continue e da una crescita più graduale del prelievo. Ma ci sono anche altre correzioni da fare, in direzione di una maggiore progressività effettiva: ad esempio il parziale ritorno dei redditi da capitale nella base imponibile dell’imposta sul reddito, con alcune esclusioni, il riordino delle tax expenditures (ed anche dei sussidi ambientali), la razionalizzazione delle imposte indirette e l’ulteriore spinta sul fisco telematico. La riforma complessiva dovrà essere finanziata, oltre che con le risorse già rese disponibili nella legge di Bilancio, con il proseguimento della lotta all’evasione. La web tax andrà implementata in linea con il quadro europeo.La riforma della pubblica amministrazione punta a sfruttare l’occasione offerta dallo sblocco del turnover e dalla prevista assunzione di 500 mila persone per svecchiare gli uffici e procedere con la digitalizzazione.

Tutti i progetti ruotano intorno ad una piena attuazione del Piano nazionale di ripresa e resilienza, che dovrà essere attuato con un percorso di coinvolgimento del Paese. Ma su questo Draghi si riserva con tutta probabilità di essere ancora più esplicito.
 

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