Dl Ristori bis, indennizzi a 130 categorie: entrano lavanderie e taxi

Dl Ristori bis, indennizzi a 130 categorie: entrano lavanderie e taxi
di Andrea Bassi
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Martedì 10 Novembre 2020, 07:13 - Ultimo aggiornamento: 11:29

Il decreto sugli indennizzi alle attività economiche danneggiate dalle chiusure e dalle riduzioni di orari decise dal governo, ha finalmente trovato la sua forma definitiva. Il presidente della Repubblica Sergio Mattarella lo ha firmato ieri sera. I ristori valgono, secondo i calcoli della Ragioneria generale dello Stato, 2,56 miliardi di euro, coperti in buona parte con il taglio di 1,2 miliardi del fondo per il pagamento dei debiti della Pubblica amministrazione. Soldi, si potrebbe contestare, che comunque sarebbero stati destinati alle imprese per saldare i vecchi debiti dello Stato nei confronti delle imprese. Solo la sospensione dei tributi costerà un miliardo di euro. Allegati al testo del provvedimento ci sono finalmente gli elenchi con i codici Ateco che indicano le attività che otterranno i rimborsi.

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Le liste, in realtà, sono due.

Una che vale per tutto il territorio nazionale e integra quella già pubblicata con il primo decreto ristori. E una seconda che invece elenca le attività che sono nelle zone rosse e in quelle arancioni che avranno diritto agli indennizzi doppi. Nel complesso si tratta di 130 tipologie di attività commerciali. Nella prima lista, quella delle attività colpite dalle restrizioni già dal Dpcm del 26 ottobre, sono state aggiunte una ventina di voci, dagli autobus turistici ai taxi, alle scuole di danza, dai musei ai negozi di bomboniere ai produttori di fuochi d'artificio alle lavanderie industriali, fino agli zoo e le guide alpine: questi insieme ai settori già individuati (per un totale di 73 codici Ateco) riceveranno in automatico un indennizzo tra il 100% e il 200% di quanto già ricevuto in estate (tranne le discoteche che avranno diritto al 400%), fino a un limite massimo di 150 mila euro. Nella prima lista sono inclusi anche i bar che avranno nelle zone gialle il 150%, e nelle zone arancioni-rosse il 200%. Lo stesso vale per gli alberghi (aggiunti nel testo finale). Chi avesse già ricevuto il bonifico dell'Agenzia delle Entrate con il 150% avrà quindi un secondo versamento con il restante 50%. Raddoppia per tutti, invece, quelli che dovranno chiudere nelle zone rosse: qui il secondo allegato al decreto bis include altre 57 categorie che includono tutte le tipologie di merci vendute nei negozi che dovranno abbassare la serranda (dai vestiti, ai mobili, fino alle armi e i sexy shop) e dagli ambulanti, ma anche alcuni servizi fermati, come le agenzie matrimoniali e l'estetista.


LA SOSPENSIONE
Anche sulla sospensione delle tasse è arrivata qualche novità dell'ultimo minuto. Versamenti di Iva e ritenute in scadenza a metà novembre saranno sospesi anche per alberghi, agenzie di viaggio e tour operator delle zone rosse, anche se queste attività non vengono esplicitamente chiuse dal Dpcm. Ma la vera domanda alla quale il decreto dà una risposta, è cosa succede alle attività di una zona gialla se questa diventa arancione o rossa? Viene creato un fondo di 340 milioni nel 2020 e 70 milioni nel 2021 per aiutare ulteriori attività se ci saranno nuove zone arancioni o rosse. Restano intanto le proteste di chi è rimasto fuori dagli indennizzi. Si fanno avanti i dentisti, che chiedono ristori, le collaboratrici e i collaboratori domestici, gli addetti al marketing. Vincenzo Presutto, deputato del Movimento Cinque Stelle e relatore alla Camera del primo decreto ristori, promette che le categorie saranno allargate in una logica di «filiera». Soprattutto per il settore Ho.Re.Ca (Hotel, ristoranti e catering). Anche i fornitori di queste attività, insomma, dovranno ricevere un aiuto a fondo perduto. Sempre che il governo trovi i soldi. Il Mef dovrà vigilare che le risorse stanziate non vengano superate. Altrimenti sarà necessario fare altro deficit. E le probabilità che questo accada, aumentano di giorno in giorno.

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