Disagi città, Confcooperative: "Roma, Napoli e Palermo agli ultimi posti"

Disagi città, Confcooperative: "Roma, Napoli e Palermo agli ultimi posti"
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Mercoledì 3 Luglio 2019, 13:00
(Teleborsa) - Città sporche, con edifici e strade in cattive condizioni, servizi di trasporto pubblico inefficienti e problemi abitativi soprattutto per i giovani. È questo, in sintesi, l'impietoso quadro che emerge dal Rapporto "Città, la crisi dell'abitare e la mappa dei disagi" promosso da Confcooperative Habitat e realizzato in collaborazione con Censis e Confcooperative. Il rapporto è stato un'occasione per lanciare la Carta dell'Habitat che, come spiega Alessandro Maggioni, presidente di Confcooperative Habitat, si basa su dieci punti distintivi: polis, politica e habitat: un legame profondo; promuovere l'arte di abitare; perseguire un nuovo patto tra le generazioni; fare città nell'era delle metropoli; porre l'urbanità al centro delle relazioni; ridare centralità all'abitare; armare la città di convivenza civile; curare la capacità riproduttiva della terra; rafforzare la propensione inclusiva della città; rinnovare l'equilibrio fra dovere e dono con la bellezza civile.

Dall'indagine emerge che Roma, Napoli e Palermo, sono "fanalini di coda in Europa" con "pulizia, trasporto pubblico e le condizioni di strade ed edifici" che rappresentano "le cause principali del collasso". "A Roma – si legge nel Rapporto – solo 9 abitanti su 100 sono soddisfatti della pulizia, a Palermo solo il 7%, nessuno in Europa fa peggio". Nell'indagine 2016 sulla percezione della qualità della vita svolta presso i cittadini di un panel di città europee Roma, Napoli e Palermo vengono superate quanto a soddisfazione dei cittadini anche da Sofia e Bucarest".

La prima dimensione critica, e "per molti aspetti la più grave, dell'abitare contemporaneo", secondo l'indagine riguarda la disponibilità e accessibilità del bene casa, in un contesto segnato dalle dinamiche di impoverimento. Cresce, infatti, la quota di affitto tra le famiglie a basso reddito che oggi è intorno al 44%, e cresce anche tra i giovani. Dal 2007 al 2017 – sottolinea il Rapporto – le famiglie under 35 proprietarie dell'immobile in cui vivono sono passate dal 74% al 60%, mentre la quota di quelle in affitto è salita dal 25% al 39%. Il 66,4% degli italiani tra i 18 e i 34 anni, vive ancora con i genitori a fronte di una media Ue del 48,1% e le famiglie con principale percettore di reddito di età compresa tra i 35 e i 44 anni proprietarie sono calate del 9%, passando dal 79% al 70%. Nella stessa fascia di età quelle in affitto sono passate dal 21 al 29%. L'affitto si configura, dunque, come "una condizione abitativa tipica delle città. Dei quattro milioni di famiglie in affitto circa il 40% (1,6 milioni) è in condizioni di disagio abitativo in relazione ai costi. Tra le famiglie in affitto sul mercato ben il 28% dichiara di sostenere una spesa per la casa che supera il 40% del reddito. La crescita degli affitti e delle difficoltà economiche ha fatto lievitare gli sfratti, che in 9 casi su 10 sono dovuti a morosità". Nel 2017 ogni giorno, festivi compresi, "sono state raggiunte da uno sfratto 160 famiglie. I provvedimenti interessano nuclei familiari economicamente fragili, spesso da tempo in graduatoria per un alloggio popolare, che vanno a ingrossare l'area della precarietà. La realizzazione di nuovi alloggi di edilizia residenziale pubblica è ai minimi storici. Per ogni nuova abitazione sociale ci sono circa sei famiglie oggetto di sfratto".





















(Foto: ANSA)
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